“Abbiamo messo in sicurezza la Basilicata e garantito servizi e coesione, una buona base per puntare a quella ripresa che ora va costruita”
“Siamo in un crocevia delicato della vicenda nazionale e globale. Il 2012 è stato, come l’anno precedente, un anno difficile ed è inutile tentare di nascondere le prove che ci attenderanno nel nuovo anno. Ritengo tuttavia che delle differenze siano pure evidenti e sono frutto di un’azione che si è articolata in una fase di messa in sicurezza della Basilicata come base per puntare alla ripresa”. Queste le parole in cui il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo ha voluto rinchiudere l’attuale fase all’alba del 2013.
“Credo – ha aggiunto – che l’azione messa in campo nei mesi passati abbia posto buone basi per la nostra regione, articolandosi in manovre di difesa dell’esistente e di progettualità per agganciare il futuro. Purtroppo, come detto altre volte, non esistono prove controfattuali, ma tutta la nostra azione ha teso a mettere la Basilicata in sicurezza e posso con serenità parlare di sforzi che hanno prodotto risultati. A fronte della convergenza del partito dei tagli e di quella lobby geografica che ha voluto indicare nel Sud la fonte di ogni male e della conseguente sostanziale riduzione dei trasferimenti, non solo abbiamo garantito le diverse platee del lavoro, il mantenimento di un sistema di ammortizzazione sociale, l’attenzione agli ultimi facendoci carico anche di servizi che lo Stato centrale non garantisce più, ma non abbiamo rinunciato al sostegno agli investimenti”.
“In controtendenza con quello che è stato il fenomeno nazionale del 2012 – ha aggiunto De Filippo – se c’è una caratteristica che ha segnato la gestione della cosa pubblica in Basilicata è stata la politica nella sua accezione più alta. In un momento in cui amministrare non può come mai prima d’ora limitarsi a gestire risorse che sono sempre più esigue, con iniziative politiche abbiamo provato a governare il tema dell’energia, riuscendo a condurre a termine il primo contratto di settore, a mantenere aperto il dialogo con Fiat, che a dispetto delle Cassandre ha scelto di far partire proprio da Melfi il rilancio del sistema produttivo italiano, a contrapporci a iniziative quali la tassa sulle disgrazie o la soppressione della Provincia di Matera che ci sembravano ingiuste. Mentre a Roma, pur senza voler fare di tutta l’erba un fascio, abbiamo avuto tecnici che hanno inteso il loro mandato in modo troppo sbilanciato sul solo versante dei tagli, giungendo a mettere in forse anche il diritto a servizi essenziali, a beni costituzionalmente garantiti quali la salute, a Potenza, con risorse sempre più esigue, abbiamo sopperito affiancando a morigeratezza e sobrietà, volontà e progettualità”.
Da parte del presidente De Filippo, però, nessuna volontà di disegnare un rapporto conflittuale con l’esecutivo nazionale. “Il nostro comportamento è sempre stato di correttezza istituzionale e in questo modo siamo riusciti a dialogare sempre con gli altri livelli di governo dello Stato, quello che ora conclude il suo mandato come quello precedente, ma ugualmente con entrambi e sempre abbiamo avuto ben chiaro che la nostra responsabilità è di tutela degli interessi della Basilicata, in uno spirito unitario e solidaristico col Paese, ma evitando il paradosso in cui siano i deboli unilateralmente ad aiutare i forti. E questo schema investe anche le politiche estrattive”.
Sul Petrolio il presidente De Filippo si è soffermato a lungo. “Ci sono due contenziosi costituzionali pendenti, uno promosso da noi contro una legge che, forse più nella logica che negli effetti, mira a indebolire il potere decisionale dei territori per una stagione di nuovo centralismo che, ho spiegato più volte, come nel caso di Scanzano non produce frutti. E un ricorso costituzionale lo ha fatto il Governo contro la legge lucana sulla tutela del suolo che nega nuove intese per estrazioni petrolifere al di fuori delle aree già individuate per evitare che la Basilicata diventi solo petrolio e leghi solo a questa attività il suo destino. Anche in questo caso – ha aggiunto – più che gli effetti di norma abbiamo ben chiara l’affermazione di principio e, indipendentemente dall’esito della vicenda giudiziaria, siamo pronti a tradurla in atti amministrativi per dire il nostro ‘no’ ogni volta che sarà necessario a ogni ulteriore istanza che sia al di fuori delle aree individuate”.
Proseguendo il presidente ha fatto un cenno al così detto “memorandum”. “I sei mesi previsti dall’articolo 16 per individuare risorse da destinare alla Basilicata e modalità di utilizzo sono trascorsi invano, ma la questione non può essere giocata sul filo del mese in più o il mese in meno e sono convinto che il ritorno di un governo politico possa essere determinante per sbloccare la vicenda che è frutto, appunto, di ragionamenti e scelte politiche. Su questo tema – ha ribadito – la nostra posizione è e resta ferma: la Basilicata è un’opportunità per tutto il Paese, ma non è possibile che dei benefici qui prodotti non si avvantaggi proprio questa terra che sopporta i disagi. E nel passaggio dal 2012 al 2013 non ci sarà soluzione di continuità nella nostra opera”.
E sempre nell’ambito dei rapporti col Governo, De Filippo ha fatto cenno alle previsioni della Legge di Stabilità che escludono l’alluvione lucana del marzo 2011 dal novero delle calamità destinatarie di finanziamenti. “Il senso dello Stato – ha detto – mi porta a credere che si tratti di una svista da correggere e che sarà corretta, anche con l’impegno dei nostri parlamentari. Se così non fosse la nostra protesta sarà durissima”.
De Filippo ha poi indicato altre scelte della Basilicata sostanziatesi nel 2012 che rappresentano un modello culturale e di sviluppo e che devono avere seguito nel 2013. “Penso per tutte – ha detto – alla Città della Pace, che ha portato nei nostri centri persone di varie etnie e rappresenta non solo un esempio solidale, ma una punta avanzata di industria del welfare, e ai centri della creatività di Visioni Urbane che creano opportunità di lavoro e offrono servizi per i giovani, voci, queste, entrambe spesso alla base della rottura del legame con la terra di origine dei giovani, specie quelli che frequentano l’università fuori”.
“Il 2013 – ha poi osservato De Filippo – ci attende con sfide nuove ma, pur senza facili ottimismi, non possiamo non rilevare che oggi si discute dell’entità di una ripresa possibile, mentre un anno fa le prospettive erano tutte di recessione anche se lo Svimez ha certificato che proprio in Basilicata ci sono stati dati in controtendenza. Tuttavia questo può essere forse il momento più delicato, sia perché la struttura sociale è indebolita dalle difficoltà degli anni che abbiamo alle spalle, sia perché ogni azione diventa strategica per uscire dalla crisi nel modo giusto, creando prospettive solide per il futuro. E per questo – ha concluso il Presidente – resta fondamentale quel senso di responsabilità e quella capacità di concertazione che la Basilicata, in tutte le sue componenti, è riuscita a mettere in campo più volte in questi anni difficili ottenendo risultati che, in sincerità, come nel caso di ‘Obiettivo 2012’ devo dire non essere solo della giunta regionale e nemmeno solo della politica, ma di tutte le componenti che in Basilicata costituiscono un tessuto sociale ancora sano e coeso”.
bas 07