Nella prima tavola rotonda della conferenza tutti d’accordo su esigenze di sicurezza e progetti di crescita. E il futuro lucano è un hub energetico verde
Alla ricerca di un punto di equilibrio: nessuna deroga su salute e ambiente, bisogni energetici del Paese da soddisfare, esigenze della regione da tutelare, a maggior ragione in un quadro di federalismo, e ancora un modello di sviluppo sostenibile da costruire, ponendo particolare attenzione al capitale umano. A vederla così, la sfida sembra un rompicapo di difficile soluzione anche per nomi quali quelli che il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata è riuscito a mettere intorno a un tavolo nella prima giornata della Conferenza Petrolio e Ambiente.
Una discussione in cui si sono confrontate diverse esperienze e diverse sensibilità, ma partendo da alcuni punti fermi. “La Regione Basilicata – ha detto il presidente Vito De Filippo – è pronta a svolgere il proprio ruolo di servizio al Paese, ma senza rinunciare né alla sicurezza di ambiente e salute, né alle proprie prospettive di uno sviluppo sostenibile. Per cui – ha spiegato il presidente lucano – tutte le scelte che si andranno a fare devono avere questi elementi ben in chiaro. E nel programmare le estrazioni in Basilicata bisogna programmare i più alti livelli di tutela per natura e persone e anche quelle iniziative che siano in grado di garantire prospettive di sviluppo che vadano oltre le estrazioni. Quando pensiamo alla Basilicata come terra di energia, la pensiamo oggi a fare i conti con le estrazioni petrolifere, ma domani come hub energetico nazionale leader nelle energie rinnovabili, ed è questo il progetto su cui vogliamo far convergere tutti i soggetti che fanno parte della partita”.
Del resto, già l’assessore all’ambiente, Agatino Mancusi, introducendo i lavori aveva chiarito che nella conferenza si sarebbe parlato di energia, e non solo di petrolio. “Risulta evidente – ha spiegato Mancusi – la scelta di attivare un processo di accelerazione del nostro sistema energetico teso in particolare a stimolare un mix energetico più equilibrato orientato verso l’utilizzazione massiccia delle fonti di energia rinnovabile. E' il nostro progetto che vogliamo portare avanti con l'apporto di tutti nel segno della condivisione".
Un messaggio “forte e chiaro” che, evidentemente, trova nel Copam un forte momento di espressone, ma nasce da pregressi rapporti se è vero come è vero che il direttore generale delle Risorse energetiche presso il Ministero allo Sviluppo Economico, Franco Terlizzese, non è certo apparso impreparato. E ieri a Matera ha ribadito questa disponibilità portando il pensiero del ministro Paolo Romani e del sottosegretario all'energia Stefano Saglia. "Il petrolio resterà a lungo determinante ed è importante ridurre la dipendenza dall'estero. E siamo pronti – ha spiegato mentre lo stesso concetto veniva ribadito in un comunicato diramato sempre dal sottosegretario Saglia – a impiegare la massima energia a collaborare con la Regione Basilicata per valorizzare le risorse presenti nel sottosuolo. Il Governo e la Regione stanno quindi lavorando a un importante piano infrastrutturale che valorizzi proprio le risorse del territorio e punti a sviluppo e occupazione".
Sicurezza e sviluppo sono state parole mai così bipartisan. Su questi temi si è ritrovato il sottosegretario all’istruzione Guido Viceconte, tra gli artefici delle convergenze tra Governo e Regione, secondo cui "la Basilicata rappresenta un cuore energetico importante per l'intero Paese. E per questo, all'interno del Piano per il Sud, c'è un'attenzione particolare per la Basilicata che prevede risorse addizionali e siamo intenzionati a portare avanti il lavoro a tappe forzate per arrivare a un accordo interistituzionale che coinvolga anche le compagnie petrolifere coniugando sviluppo a tutela di salute e ambiente".
Stessi temi anche nell’intervento del senatore Filippo Bubbico. "Credo che il percorso fatto da quando portammo l'Eni a confrontarsi per la prima volta con una Regione sia un punto di riferimento. E ora mi ritrovo totalmente nell'impostazione che il presidente De Filippo ha dato alla riapertura del dibattito anche nel rapporto con sottosegretario Viceconte e col Governo. Ed è forte il tema di infrastrutturazione del territorio, anche con lo sviluppo delle reti intelligenti".
Il quadro, insomma, è ben delineato. E Giuseppe Tannoia dell’Eni, in rappresentanza delle compagnie petrolifere, ha mostrato di averlo ben compreso. "L'Eni anche grazie alla Basilicata è leader in tecnologia e questioni ambientali – ha ricordato sottolineando gli impegnativi standard posti dalla Regione per le estrazioni – e stando alle previsioni sappiamo di restare qui fino al 2040. Ci sono i tempi per costruire una partnership di lungo periodo e noi contiamo di farlo" e ha ricordato il progetto di un "polo dell'energia" in regione.
Se, quindi da Matera esce il quadro di un’intesa più che possibile, resta ora da progettare lo sviluppo sostenibile della Basilicata. E il professor Carmine Serio dell’Ateneo lucano non ha dubbi: "Noi – ha detto – saremo un interlocutore non passivo per dare le competenze utili, trattando gli aspetti del petrolio, ma anche sulle azioni di controllo e monitoraggio del territorio offrendo elementi di eccellenza".
Fiducia, concertazione, e un quadro di sostenibilità possibile, da inquadrare nell'ambito del federalismo. E il presidente della commissione d’inchiesta parlamentare su contraffazione e pirateria commerciale, Giovanni Fava, anche nella sua veste di esperto in materia di energia della Lega Nord, lancia il suo monito. "Il petrolio – ha detto – al momento, non è sostituibile e nessuno può tirarsi fuori. Ma il percorso federalista porta la responsabilizzazione dei territori ma anche la destinazione più massiccia di risorse verso questi territori". Una "benedizione", insomma, alle interlocuzioni tra Governo nazionale e Regione per riconoscere, con contropartite di infrastrutture e occupazione, il ruolo di servizio della Basilicata.
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