“La violenza di genere non è solo un’emergenza sociale, ma una profonda ferita culturale che attraversa ogni livello della nostra società. Troppo spesso si consuma nel silenzio e nell’isolamento, lasciando le vittime prive di riferimenti. È nostro dovere, come istituzioni, costruire reti solide, luoghi accoglienti e relazioni affidanti, capaci di interrompere la solitudine e restituire dignità. L’apertura dello Sportello di Ascolto presso l’Università degli Studi della Basilicata rappresenta un presidio di civiltà e un’opportunità concreta per sentirsi accolti e non più invisibili”.
Così l’assessore regionale alla Salute, Politiche per la Persona e PNRR, Cosimo Latronico, è intervenuto all’inaugurazione dello Sportello di Ascolto contro la violenza di genere, promosso da UNIBAS in collaborazione con il Comune di Potenza, la Regione Basilicata, l’Associazione Telefono Donna odv e le Consigliere regionali e provinciali di Parità. L’iniziativa è stata presentata nell’Aula Magna dell’ateneo in via Nazario Sauro a Potenza, alla presenza degli studenti, delle autorità accademiche, di rappresentanti istituzionali e del Comitato Unico di Garanzia.
“La Regione ha posto il contrasto alla violenza di genere tra le sue priorità, integrandolo nel più ampio impegno sulle politiche sociali. In questo campo – ha spiegato Latronico – stiamo investendo oltre 23 milioni di euro, derivanti da compensazioni ambientali, per i Piani Sociali di Zona, unitamente alle risorse del Fondo Sociale Europeo, secondo modalità di partenariato con gli enti locali, il terzo settore e la comunità educante. È una sfida che riguarda tutti: istituzioni, università, scuola, famiglie”.
Lo sportello nasce per offrire ascolto e supporto a chi vive situazioni di disagio, discriminazione o violenza, con particolare attenzione a studentesse, studenti e personale universitario. Il servizio sarà gratuito, garantito da professionisti, e verrà assicurata la massima riservatezza.
“Un’università che si apre al territorio, che accoglie e accompagna, diventa un punto di riferimento essenziale. Non solo luogo di sapere, ma anche di responsabilità sociale. Lo sportello rappresenta la capacità della comunità accademica di farsi parte attiva di una rete sociale e culturale, in cui si combattono isolamento e violenza attraverso l’ascolto, l’affetto e la fiducia». ha sottolineato l’assessore. «La solitudine può essere interrotta, la violenza può essere denunciata, la libertà riconquistata. Questo sportello è una porta aperta: entriamoci con rispetto, coraggio e determinazione. È da qui che passa la costruzione di una comunità più giusta, più vicina, più umana”.