L’introduzione dal 18 marzo scorso dei nuovi Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) è purtroppo ancora un’operazione monca perché agli elenchi contenuti nel nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale non fanno seguito le tariffe e le condizioni di applicabilità. E’ il giudizio del vice presidente nazionale di FederANISAP Antonio Flovilla.
Intanto – sottolinea la nota – il nuovo nomenclatore provvede al necessario e atteso aggiornamento del nomenclatore disciplinato dal decreto ministeriale 22 luglio 1996, includendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed eliminando quelle ormai obsolete. Vengono così introdotte numerose procedure diagnostiche e terapeutiche che nel 1996 avevano carattere quasi “sperimentale” oppure erano eseguibili in sicurezza solo in regime di ricovero, ma che oggi sono entrate nella pratica clinica corrente e possono essere erogate in ambito ambulatoriale; si individuano tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita (PMA) che saranno erogate a carico del Servizio sanitario nazionale (fino ad oggi erogate solo in regime di ricovero); si rivede profondamente l’elenco delle prestazioni di genetica e, per ogni singola prestazione, fa riferimento ad un elenco puntuale di patologie per le quali è necessaria l’indagine su un determinato numero di geni; si introduce la consulenza genetica, che consente di spiegare al paziente l’importanza ed il significato del test al momento dell’esecuzione, le implicazioni connesse al risultato al momento della consegna del referto ed, eventualmente, di fornire allo stesso il sostegno necessario per affrontare situazioni spesso emotivamente difficili; si introducono prestazioni di elevatissimo contenuto tecnologico (adroterapia) o di tecnologia recente (enteroscopia con microcamera ingeribile, radioterapia stereotassica).
Ma il nuovo Nomenclatore dell’assistenza specialistica ambulatoriale – continua la nota a firma di Flovilla – contiene numerosi “lacci” specie per i laboratori e per la diagnostica. E’ stata dedicata una particolare attenzione all’appropriatezza clinica: per un numero ridotto di prestazioni sono state individuate “condizioni di erogabilità”, di carattere vincolante ai fini dell’inclusione nei Lea; per altre, sono state individuate “indicazioni di appropriatezza prescrittiva”. E’ stato introdotto l’obbligo per il medico prescrittore di riportare sulla ricetta la diagnosi o il sospetto diagnostico.
Questo significa – spiega il vice presidente nazionale di FederANISAP – che ad esempio per le prestazioni di genetica di fatto ci sarà un freno per l’appesantimento di procedure a carico delle strutture della sanità privata accreditata che se ne occupano da tempo. Inoltre il richiamo al Patto della Salute non è sufficiente senza che il Ministero o le Regioni indichino le condizioni di erogabilità delle nuove prestazioni. E atteso che il decreto Balduzzi è decaduto siamo in attesa di conoscere cosa intendono fare Governo e Regioni in materia di tariffe. In verità – conclude Flovilla che annuncia un approfondimento specifico da parte dell’organismo nazionale dirigente di FederAnisap – ci saremmo aspettati normative chiare in grado di far giustizia dei numerosi equivoci che alimentano confusione e non ci aiutano a lavorare, invece verifichiamo che i nuovi Lea accanto a buone luci contengono troppe ombre che allontano l’obiettivo, che pure nei propositi si vorrebbe perseguire, di ampliare le condizioni del diritto alla salute del cittadino.
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