Il consigliere di Forza Italia ricorda che: “Il governo Berlusconi ebbe un’idea felice puntando su una riprogrammazione dei fondi comunitari con il Piano di Azione e Coesione per scongiurare il disimpegno e superare l’assistenzialismo spicciolo”
“Le prime informazioni sul cosiddetto masterplan per il Mezzogiorno concepito dal premier Renzi sono totalmente insoddisfacenti specie se raffrontate alla foto deprimente del Mezzogiorno, scattata solo qualche settimana fa dallo Svimez: un Sud stretto nella doppia morsa della crisi demografica ed economica. E non è da Sud ‘piagnone’, come sgarbatamente inteso da Renzi. La questione meridionale esiste e risolverla rappresenterebbe un primo passo per il riscatto dell’intero Paese”. A dichiararlo Michele Napoli, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale.<br /><br />“Dividere il Mezzogiorno in 15 territori tra cui regioni e citta' metropolitane come Bari, Catania, Taranto e Reggio Calabria con la ricetta renziana molto semplicistica (“Tu regione mi dici cosa e come vuoi fare e noi governo, che ti diamo l’assenso, svolgiamo una verifica dopo un anno con un’intesa che ne dura due” ) – continua Napoli – sono i segnali di confusione di idee da parte del Governo con il quale il governatore renziano Pittella dovrà interloquire. Mi piace ricordare – aggiunge – che il governo Berlusconi ebbe un’idea felice, puntando su una riprogrammazione dei fondi comunitari attraverso il Piano di Azione e Coesione, di concerto con l’Ue, per scongiurare il disimpegno e superare l’assistenzialismo spicciolo con cui il Sud non è riuscito a fare, negli anni, nemmeno un passo in avanti. Un piano che non è stato più sfruttato, nella sua chiave strategica, dagli ultimi governi nazionali”.<br /><br />“La crisi demografica – sostiene Napoli – è figlia di quella economica e questo è un dato ineccepibile: i giovani non mettono su famiglia perché non hanno i soldi per farlo, né una stabilità (almeno potenziale) per il lavoro futuro. E, dunque, il nostro generoso territorio assiste inerme alla fuga verso lidi più fortunati dove i nostri giovani sono i nuovi migranti. Come fare – è il quesito del consigliere – a capovolgere le proiezioni? Sembra banale, ma è solo creando un mercato del lavoro di nuovo attrattivo e non saturo, e il lavoro si crea con le imprese. Le leve fiscali sono un ottimo incentivo: meno tasse per chi decide di insediarsi qui, ma le assonnate e sprecone Regioni devono fare la loro parte sul fronte della semplificazione burocratica. Ci sono proposte in materia di fiscalità e utilizzo delle royalties petrolifere presentate in Consiglio Regionale che non hanno avuto seguito, sebbene funzionali”.<br /><br />“Il problema del Mezzogiorno è strutturale, il Paese è diviso in due e non si può addebitare ai cittadini e agli attuali amministratori la sua arretratezza infrastrutturale. Al governatore Pittella – conclude Napoli – è chiesto uno sforzo maggiore dal ritualismo dei tavoli dei governatori del Sud a partire da come intende scongiurare il rischio di perdere oltre 200 milioni di euro di fondi comunitari 2007-2014”.<br />