“Il nostro voto contrario al Senato al decreto Milleproroghe rappresenta il definitivo spartiacque tra noi di Fli e il Pdl di Berlusconi”. E’ il commento del sen. Egidio Digilio coordinatore regionale di Fli per la Basilicata sottolineando che “quanto accaduto in Senato, dove il Governo ha preso in giro il Quirinale e Parlamento, utilizzando il Senato come camera di decantazione della norma, invischiandosene dei rilievi costituzionali, ci convince ancor più nella determinazione di restare dentro il gruppo dei finiani”.
“Siamo doppiamente orgogliosi di aver votato contro un provvedimento che – aggiunge Digilio – è contro il Mezzogiorno perché in buona parte ispirato dai leghisti a soddisfare le esigenze e i bisogni di una parte del Paese. Basti pensare che l’unico atto a favore del Sud è il via libera concessa a Poste Italiane spa per l’ingresso nella Banca del Sud. Troppo poco rispetto al “saccheggio” delle risorse destinate alle regioni del Mezzogiorno e ai tagli alla spesa sociale che colpiscono soprattutto i ceti sociali più deboli del Mezzogiorno. E ancora invece di puntare sul Sud protagonista di politiche euromediterranee dopo quanto sta accadendo nei Paesi del Nord Africa si continua ad usare lo spauracchi o dello sbarco di maghrebini e libici dimenticando tutto quello che ha fatto Berlusconi per Gheddafi. Proprio mentre Confindustria nel suo rapporto evidenzia un ritardo del Mezzogiorno rispetto al Centro Nord di poco inferiore ai 40 punti percentuali, a riprova della severita' con la quale la recessione ha colpito il Sud e ammette che in questa parte del Paese il prodotto lordo misurato nel 2009 risultava infatti ancora inferiore dello 0,3% al livello raggiunto all'inizio del decennio. Diventa perciò ancora più necessario e attuale il progetto di Fini per realizzare la “destra nuova” della quale l’Italia, drogata dal berluscon-leghismo, avrebbe bisogno: legalitaria, riformista, liberale, ancorata alla storia senza nostalgie, meritocratica e dialogante, patriottica e costituzionale. Soprattutto con il cervello e il cuore al Sud. Il futuro, che ispira, insieme alla libertà, il nome del partito – continua – dunque non è un espediente retorico, ma l’orizzonte necessario della politica, ridottasi in italiana a semplice gestione dell’esistente. E’ un percorso di lungo periodo, duro e faticoso, tutto in salita. Serve ora dare a Fli un’articolazione sul territorio, un gruppo dirigente motivato e un programma d’azione più concreto ed esplicito, soprattutto in materia economica. Prima o poi il mondo berlusconiano si sfascerà, l’elettorato moderato tornerà libero e disponibile, si creeranno nuovi equilibri e nuove aggregazioni”.
BAS 05