Digilio (Fli) su San Carlo e nomine dirigenti

“In attesa che il prof. Des Dorides, da poco tempo direttore generale dell’A.O. San Carlo, finisca di studiare, rinchiuso nel suo ufficio, le carte e i documenti utili per cominciare a capire i problemi della più grande struttura ospedaliera regionale e poi – ci auguriamo – girare nei reparti ed incontrare il personale e i degenti, le nomine dei direttori amministrativo e sanitario hanno un significato particolare e quindi non possono essere affidate a valutazioni personali”.
E’ quanto sostiene il coordinatore regionale di Fli sen. Egidio Digilio, sollecitando un incontro al Presidente De Filippo che – sottolinea – “nei giorni scorsi ha ascoltato sulla questione delle nomine (non solo per il San Carlo) i rappresentanti dei partiti della maggioranza. Non so quale confronto ci sia con i partiti di opposizione, ma – precisa l’esponente di Fli – ritengo che per scongiurare l’ennesima lottizzazione o meglio quello che con linguaggio innovativo De Filippo chiama “metodo mix” nella scelta a metà tra politici ed esperti, è necessario avere piena consapevolezza che i direttori amministrativo e sanitario devono innanzitutto compensare la scarsa conoscenza della realtà ospedaliera del prof. Des Dorides. Per essere più chiari, sarebbe sbagliato procedere ad ulteriori nomine di esterni rispetto alle professionalità esistenti al San Carlo ed in generale nel sistema della sanità lucana. Questo anche per affermare il principio che non tutti gli “scienziati” o “salvatori della Patria” vengono da fuori regione e che quindi le professionalità lucane sono destinate ad avere ruoli subalterni o a trovare altrove la possibilità di coronare legittime aspirazioni professionali. Per evitare interpretazioni politiche non corrette – sottolinea ancora Digilio – il mio intendimento non è certo quello di suggerire nominativi a De Filippo ma, assolvendo un mandato politico-istituzionale, di contribuire ad individuare le soluzioni migliori perché il San Carlo, come è ampiamente riconosciuto, ha grandi eccellenze e grandi mediocrità, con il risultato che l’emigrazione sanitaria vale a dire la scelta dei lucani di ricorrere ad altri ospedali è l’esempio più vistoso. A chi invoca la meritocrazia come metodo qualificato per le nomine – afferma il coordinatore di Fli – proprio perchè da tempo non credo più nella possibilità dell’esistenza di forme di vita su Marte vorrei proporre un metodo quanto più oggettivo, trasparente e concreto”.

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