"Se ai cittadini residenti nelle contrade rurali di Brienza e Satriano dove sono localizzati i cosiddetti pozzi “a rischio radioattività”, sia pure tutto ancora da accertare, per precauzione non rimane che il ricorso, in molti casi non certo da poco tempo, all'acqua minerale per uso domestico, ci sarà pure un motivo". Lo afferma il consigliere comunale di Brienza, Francesco Pagano (Cd). "Sicuramente è la testimonianza della sfiducia dei cittadini nella comunicazione ufficiale di enti, organismi, aziende che dovrebbero garantire e quindi tutelare la salute pubblica. Ciò anche per l'immagine negativa di chi avrebbe dovuto occuparsi di tutela ambientale. E' dunque più facile – aggiunge Pagano – emettere ordinanze di divieto di uso di pozzi, come è avvenuto da parte dei sindaci di Brienza e Satriano, che indagare sulla reale situazione e su quelli che possono essere anche potenziali fattori di rischio. Del resto l'annuncio dell'Arpab sulla necessità di non meno di 15 giorni prima di trasmettere alle Amministrazioni interessate il Rapporto completo dello screening radiometrico effettuato non contribuisce ad allontanare le preoccupazioni".
Per Pagano "l'alibi che nella fattispecie, dai riscontri acquisiti, si evince che le acque dei pozzi indagati non risultano autorizzate come acque destinate al consumo umano, non può reggere tenuto conto che sono numerosissime le case sparse ed aziende agricole rurali alimentate dai pozzi per le note carenze di adeguate reti idriche nelle nostre campagne".
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