AL VIA IL FESTIVAL CITTÀ DELLE CENTO SCALE

Doppia inaugurazione a Potenza e Matera. E un filo conduttore: la pre(x)arietà
Il Festival Città delle Cento Scale, rassegna di danza urbana e arti performative, torna con la settima edizione e conferma il doppio palcoscenico urbano, con tappe a Potenza e Matera. Come sempre, la presenza in cartellone di realtà note al pubblico internazionale sarà affiancata da produzioni locali e giovani talenti. Giovedì 10 settembre alle 17 ridotto del teatro Stabile di Potenza si svolgerà la conferenza stampa di presentazione della rassegna. Il festival gode del riconoscimento ministeriale, unico festival multidisciplinare del Mezzogiorno.La novità più importante della settima edizione sarà proprio la formula del festival, concentrato in un tempo più ristretto (da settembre a dicembre) e dedicato a una più ampia diversità di pubblico. Ecco perché è stata pensata una sezione particolare, “Il Festival dei Cento Scalini”, con l’intento di avvicinare i più giovani al teatro in modo creativo e partecipativo. Il primo appuntamento sarà con la doppia inaugurazione. Il 16 settembre a Matera a Palazzo Lanfranchi sarà in scena un trittico internazionale di performance di danza: Lali Ayguadé e Nicolas Ricchini in Incognito su coreografia Lali Ayguadé; Physical Momentum Project Scenic con Hector Plaza e Francisco Lopez Juan in Postskriptum, su coreografia di Francisco Cordova Azuela; Ayala Frenkel e Gil Kerer in Beetwen Us coreografia Francisco Cordova Azuela. Il 17 settembre, a Potenza, protagonista la celebre compagnia spagnola La Veronal in Islandia su una coreografia di Marcos Morau, costruita appositamente per il Festival. Quest'anno il filo conduttore della rassegna è affidato a una parola Pre(x)arieta, un'ambigua forma grafica che richiama l’etimo della parola precarietà e la matrice del sostantivo preghiera. «Oggi è una parola di grande attualità, forse persino di moda – sottolineano i curatori del Festival, Giuseppe Biscaglia e Francesco Scaringi – ma viene quasi esclusivamente riferita al mercato del lavoro. Eppure la precarietà appare come cifra della vita attuale delle persone.»
BAS 03

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