Assistenza e assegni di cura a anziani e non autosufficienti

La giunta vara le linee di intervento e i criteri di ripartizione dei fondi (oltre 4 milioni e 200mila euro) tra i Comuni

Assistere quanti non vivono in condizione di autosufficienza senza sradicarli dalle famiglie. E’ l’obiettivo che si pongono due azioni di assistenza della regione Basilicata per le quali la Giunta Regionale, nel corso dell’ultima seduta, ha dato il via libera ai criteri di riparto del Fondo per la non autosufficienza e all’approvazione dei criteri per l’attuazione degli interventi da parte dei comuni.
Gli interventi, come anticipato, si muovono lungo due direttrici che rispondono ai requisiti stabiliti nell’intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata stato, Regioni, Autonomie locali. Da una parte c’è un’azione volta al rafforzamento della rete territoriale di offerta di altri servizi personalizzati per le persone non autosufficienti che favoriscono la permanenza a domicilio quali il trasporto sociale, servizi di prossimità, e altre iniziative simili, dall’altra si affianca una misura attivare o rafforzare il supporto alla persona non autosufficiente e alla sua famiglia attraverso trasferimenti monetari per l'acquisto di servizi di cura e assistenza o alla fornitura diretta degli stessi da parte di familiari sulla base di un progetto di assistenza individualizzata e in tal senso monitorati.
Il primo intervento, in pratica, ripropone l’iniziativa nata con il nome di “assegno di cura” che, dopo essere stata varata dalla Regione a settembre dello scorso anno, sta trovando attuazione proprio in questi giorni da parte dei comuni, dopo la fase istruttoria per individuare quanti si trovassero nelle condizioni necessarie ad ottenere assistenza e le modalità di erogazione dei servizi. Si tratta, cioè di un intervento sperimentale mirato ad assicurare un’adeguata assistenza al domicilio della persona non autosufficiente, evitando il ricorso precoce o incongruo al ricovero in istituto e favorendo il mantenimento della persona non autosufficiente nel proprio ambiente di vita e di relazioni sociali.
L’assegno di cura viene concesso per interventi che siano o rivolti alla famiglia che presta direttamente assistenza al proprio familiare non autosufficiente (Assegno di tipo A), o rivolti alla famiglia che si avvale a titolo oneroso di assistenti familiari, nell’ottica della conciliazione tra lavoro, impegno e attività di cura e realizzazione della vita personale (Assegno di tipo B) o per il sostegno al progetto di vita indipendente della persona non autosufficiente, perché provveda direttamente ad acquisire, a titolo oneroso, un aiuto da altri (Assegno di tipo C). L’importo mensile sarà di 300 euro per i casi B e C, di 240 per il caso A.
L’assegno potrà essere erogato in favore di cittadini non autosufficienti individuati in base a condizione di non autosufficienza certificata dalle competenti commissioni mediche e situazione reddituale. Le persone individuate saranno prese in carico dal servizio sociale comunale per la definizione di un piano assistenziale individualizzato, in collaborazione con il servizio di assistenza domiciliare integrata della Asl e la famiglia, e che sarà aggiornato ogni sei mesi.
A gestire l’erogazione degli assegni saranno direttamente i comuni a cui la Regione ha deliberato di trasferire le somme in base ad alcuni criteri. Il 30 per cento dello stanziamento destinato a questa attività (ossia un milione e 116mila euro sui 3 milioni 772mila euro totali) sarà trasferito in base all’indice Istat di dipendenza degli anziani risiedenti nel territorio comunale. Un altro 10 per cento (377mila euro) sarà calcolato in base alla percentuale Istat di ultrasettantacinquenni sulla popolazione, e il restante 60% (2 milioni 233mila euro) sarà ripartito sulla base della percentuale di residenti con indennità di accompagnamento Inps.
Analoghi i criteri percentuali di riparto, ma in relazione ad un ulteriore stanziamento di 500mila euro, anche per l’altra azione varata dalla Giunta, e cioè il rafforzamento dei servizi che favoriscono la permanenza a domicilio e complementari al Servizio Assistenza Domiciliare, attraverso i servizi di prossimità ed il trasporto sociale delle persone in situazione di non autosufficienza.
I servizi di prossimità, specialmente quelli attivati dal privato sociale, in molti casi sono già presenti ma non sufficientemente coordinati con la rete dei servizi territoriali, costituiscono una rete capillare di punti di ascolto e di assistenza elementare. L’iniziativa mira a promuoverli e qualificarli e al tempo stesso punta sul servizio di Trasporto Sociale per garantire alle persone non autosufficienti e con scarsa autonomia, prevalentemente anziane o disabili, l'accesso alle strutture socio assistenziali, socio-sanitarie, sanitarie e, più in generale, a momenti e servizi di inclusione sociale.
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