Confcommercio: si avvicina prima rata Tari

Per commercianti, titolari di bar, ristoranti, piccole e medie attività di servizi della città di Potenza si avvicina la scadenza (30 marzo) della prima rata della famigerata TARI, la nuova imposta dei rifiuti, secondo le tariffe approvate per il 2015 con deliberazione n. 35 dal Consiglio Comunale del 9 marzo scorso.  Nonostante nella deliberazione si affermi “ la necessità di ripartire i costi tra le utenze (domestiche e non) e di articolare le tariffe in modo da garantire, per quanto possibile, una gradualità nel passaggio dal regime Tarsu al nuovo tributo, una perequazione del carico fiscale tra le diverse categorie ed il contenimento degli aumenti a carico di talune categorie di utenza” per Confcommercio Imprese per l’Italia si profila un’autentica “mazzata” per le imprese all’insegna dell’inasprimento fiscale più generale e della sperequazione. E’ lo stesso Comune ad ammettere che l’attuale sistema di raccolta non consente l’attribuzione in modo certificabile delle produzione di rifiuti alle singole utenze e che, nelle more del previsto regolamento ministeriale sui criteri/correttivi per la realizzazione di sistemi di misurazione puntuale dei rifiuti conferiti, non è possibile applicare la TARI con tariffa corrispettiva e pertanto “è necessario confermare l’utilizzo di un sistema presuntivo basato sull’applicazione parametrica”. Dunque, poiché nel Comune di Potenza non è stato adottato un sistema di rilevazione delle quantità di rifiuti individualmente prodotte dal singolo utente e non risulta possibile commisurare le quantità di rifiuti conferite dalle due categorie di utenza sulla base di comprovati dati statistici, nella ripartizione dei costi fissi e variabili fra le utenze domestiche e quelle non domestiche, l’Amministrazione Comunale del capoluogo ritiene “legittimo” tenere conto della rispettiva percentuale di partecipazione al gettito dell’anno 2014.
Ma – rileva Confcommercio – già lo scorso anno l'incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti  per alcune tipologie di impresa è stato salatissimo: incrementi tariffari che vanno dal 57% all'88% per ristoranti, pizzerie, pub, bar, pasticcerie, ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio, etc. (con una incidenza che va da 19,39 a 33,53 euro/mq) e, per contro, un decremento tariffario del 19% per le attività industriali con capannoni di produzione (con una incidenza tariffaria di soli euro 6,86/mq.) ed una riduzione delle tariffe applicate a “banche ed istituti di credito” (- 14%)
Per piccole imprese, per lo più individuali e di famiglia, sono incrementi molto rilevanti e ingiustificati che – commenta Fausto De Mare, presidente Confcommercio Potenza – derivano essenzialmente dall'adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta; una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese della distribuzione e dei servizi di mercato che impone la necessità di rivedere al più presto la struttura dell'attuale sistema di prelievo sulla base del principio "chi inquina paga" e ridefinire con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo distinguendo, in particolare, tra utenze domestiche e non domestiche e tenendo conto anche degli aspetti riguardanti la stagionalità delle attività economiche. Bisogna, poi, ridisegnare gli indici e le voci di costo che determinano i coefficienti in termini di ripartizione tra quota fissa e variabile e tra componente domestica e non domestica.
E allo stesso modo è importante formalizzare specifiche linee guida tecnico-operative per individuare un range di costi a totale copertura del servizio, affinché anche questa voce possa venire imputata, da parte del Comune, in maniera uniforme. In particolare, occorre individuare e definire in maniera puntuale:
1. costi del servizio: introdurre il riferimento ai costi standard o a un preciso range dal quale i Comuni non possano discostarsi;
2. utenze domestiche e non domestiche: prevedere criteri oggettivi per la ripartizione del peso del tributo;
3. coefficienti: superare la logica presuntiva e introdurre coefficienti di produttività determinati sulla base di campagne di pesatura che rispecchino la reale produzione di rifiuti;
4. agevolazioni/riduzioni: introdurre criteri premiali per la raccolta differenziata e riconoscere le differenze di qualità del rifiuto prodotto (alleggerendo il carico sulle attività economiche a elevata produzione di rifiuto differenziato) e di quantità (considerando la stagionalità di alcune attività).
Inoltre per la città di Potenza – conclude De Mare – serve un programma straordinario di rilancio delle attività del commercio-servizi che risentono fortemente dei tanti problemi cittadini derivanti dall’inadeguatezza dei trasporti-parcheggi che la chiusura del Ponte Attrezzato ha aggravato, dallo stato di abbandono del centro storico affidato al suo destino e alle iniziative dei commercianti come accade nei quartieri periferici. E i titolari di imprese devono tenere d’occhio la seconda rata anch’essa ravvicinata e che coincide con la festa del Santo Patrono. Ben poco da festeggiare. 

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