Lotta erosione a Metaponto; interventi strutturali – Scheda

Per attuare consistenti interventi di mitigazione del fenomeno di erosione dell’arco costiero del Metapontino, accantonando l’idea di realizzare opere radenti, l’efficacia maggiore si potrà ottenere con differenti tipologie di barriere emerse.
E’ questa la conclusione a cui giunge l’analisi degli interventi strutturali ottimali contenuta nella Relazione sugli interventi di mitigazione del fenomeno di erosione dell’arco costiero del Metapontino.
Il lavoro è stato redatto, per il Dipartimento Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità della Regione Basilicata, dal prof. Michele Greco e dall’ing. Giovanni Martino del Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente, dell’Università degli studi della Basilicata.
Per generare stati di mare sottocosta decisamente meno aggressivi, tali da indurre un regime di sollecitazione del litorale sensibilmente ridotto e compatibile con l’attuale tessuto costiero, lo studio ha valutato l’efficacia idrodinamica e la capacità dissipativa delle opere proposte.
L’indagine è stata condotta partendo dai numerosi studi svolti negli ultimi anni sulla valutazione degli effetti indotti dalle barriere sommerse a protezione dei litorali e dalle sperimentazioni fisiche e numeriche, relative al dimensionamento ottimale delle opere.
In particolare, grazie all’applicazione della modellistica monodimensionale e bidimensionale, è stato possibile ipotizzare barriere, costituite da massi naturali o artificiali, che potranno garantire un buon compromesso tra le esigenze di mitigazione paesaggistica e quelle di efficienza dissipativa.
Le simulazioni sono state condotte ipotizzando un sistema di barriere soffolte esteso per l’intero arco di costa: dalla sponda destra della foce del Basento, fino al punto settentrionale più estremo del Lido di Metaponto, in corrispondenza del litorale direttamente interessato dai fenomeni di erosione costiera. La configurazione ottimale individuata dai tecnici dell’Università di Basilicata, prevede una lunghezza della barriera di 200 metri, corrispondente circa a 4 volte la lunghezza d’onda con varchi di ridotto accesso per gli utenti.
Gli ingegneri Michele Greco e Giovanni Martino nella loro analisi degli interventi strutturali ottimali per la mitigazione del fenomeno di erosione dell’arco costiero del Metapontino evidenziano infine la consolidata disputa “ideologica” tra l’impiego di materiali naturali e di massi artificiali.
“I recenti sviluppi nel campo dei materiali da costruzione – concludono gli ingegneri – hanno condotto ad una maggiore accettabilità dei componenti artificiali che si sono dimostrati negli anni di pari efficacia mimetica ed ecosistemica dei componenti naturali”.

fio

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