Dopo le ultime inondazioni i consigliere regionale del Pdl richiama una sua recente interrogazione al presidente De Filippo sugli interventi a tutela degli alvei
“E’ un dato di fatto che i fiumi lucani sono lasciati al quasi totale abbandono, non sono poste in essere operazioni basilari quali la ripulitura degli alvei, il consolidamento strutturale degli argini e il prelievo di inerti, tutti elementi che nel tempo, in assenza di adeguata manutenzione, determinano pericoli per l’incolumità pubblica”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Gianni Rosa (Pdl), che ricorda una interrogazione da lui presentata l’11 febbraio al presidente De Filippo “riguardante le esondazioni del fiume Sinni – ben tre volte in questo inverno – e del fiume Agri, con relativa inondazione di svariati ettari di terreni agricoli coltivati”.
“Con questa interrogazione – spiega Rosa – chiedevo se esistono protocolli e piani di intervento in situazioni di emergenza ed impatti legati ad incidenti o rischi di varia natura derivanti dalle inondazioni dei corsi fluviali e se esiste una pianificazione complessiva che preveda la ripulitura degli alvei, il consolidamento strutturale degli argini e il prelievo di inerti. Inoltre lanciavo la proposta di pianificare un’attività di prelievo programmato degli inerti con il conseguente abbassamento del letto dei fiumi che può aiutare ad evitare i fenomeni di esondazione oltre a far nascere iniziative imprenditoriali ed anche introiti alle finanze locali”.
“Invece, è bastata qualche giornata di intensa pioggia, di precipitazioni improvvise per assistere a veri disastri sociali, a nuclei abitativi in difficoltà, alle attività economiche in ginocchio, specie nel settore agricolo, a conferma – continua Rosa – di una totale incapacità di programmare attività preventive contro il dissesto idrogeologico. E’ chiaro che non possiamo non chiederci quando il programma Vie Blu, con gli svariati milioni di euro spesi in questi anni, abbia alleviato in qualche modo la situazione, o come temo sia il solito provvedimento assistenziale che non produce alcun bene comune, tranne l’erogazione di un po’ di stipendi”.