Visioni Urbane, De Filippo: modello per crescita Regione

Alla Regione il compito di costruire un sistema di regole e indicazioni di contesto, ma poi tutto sarà lasciato alla creatività e al protagonismo dei privati”

“Visioni Urbane è un progetto che esalta la creatività dei giovani lucani tanto nelle loro produzioni artistiche quanto nello stimolare quelle capacità di gestione indispensabili per far si che un progetto non resti ancorato al momento e all’uomo ma diventi patrimonio di una terra”.
E’ questo, per il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, il senso più profondo del progetto “Visioni Urbane” nell’ambito del quale si inseriscono cinque vere e proprie case della creatività, per le quali oggi, presso la struttura polifunzionale di Tito, è stato presentato il modello di gestione che sarà presto tradotto in bandi per affidare questi spazi ai creativi lucani.
“Dobbiamo prendere atto – ha proseguito De Filippo – che anche in un settore al di fuori degli schemi come l’arte non basta avere solo talento perché se ne riconosca il merito. La marginalità della nostra regione, messa oggi di più a dura prova da un’idea di federalismo non benevola per il Sud, non è una condizione favorevole a far emergere la parte più dinamica e portatrice di innovazione che la Basilicata ha già dimostrato di possedere ma non sempre è riuscita a mettere a sistema. E oggi, più che consegnare mura e strutture in cui ospitare iniziative dei giovani, vogliamo varare un nuovo modello di funzionamento che dia risultati più duraturi e importanti. Il concetto è al tempo stesso semplice e rivoluzionario: alla politica sta il ruolo di costruire le regole e le condizioni di contesto in cui possano svilupparsi iniziative di cui i privati devono essere protagonisti assoluti. Un sistema di funzionamento estremamente snello, trasparente, efficace.
Le cinque strutture, che saranno tutte fruibili a breve, si candidano così a diventare una fucina in cui le giovani generazioni possono esprimere a pieno le proprie competenze e capacità. La cultura può essere volano di crescita sociale ed economica, se ben incanalata e siamo convinti che per questo obiettivo non servano ricette calate dall’alto, ma lo scambio, il confronto, l’autonomia e la responsabilizzazione. Siamo convinti che questa sia la strada da seguire. Lo è ancor di più in un Mezzogiorno in cui, tra vizi antichi e visioni stereotipate, il rapporto tra politica e cittadino più è stretto più finisce con l’essere foriero di perplessità. E spazi di autonomia sono imprescindibili quando gli interlocutori sono i giovani. A loro abbiamo il dovere di dire chiaramente che ciò che gli si offre e gli si chiede per far crescere insieme questa nostra regione è un “patto” che è tutt’altra cosa che un compromesso”.

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