Torrente Gravina, Acito chiede un “tavolo istituzionale”

Il consigliere di Forza Italia chiede di discutere “i motivi del mancato raggiungimento degli obiettivi, appresentarne le criticità e definire i tempi strettamente necessari per accelerare, definitivamente, il processo di disinquinamento”

Con una nota inviata all&rsquo;assessore regionale all&rsquo;Ambiente ed Energia Gianni Rosa, il consigliere regionale di Forza Italia Vincenzo Acito riporta all&rsquo;attenzione &ldquo;il tema del Torrente Gravina, nell&rsquo;area del Parco della Murgia Materana, che versa da tempo in pessime condizioni. Numerosissimi turisti, attraversando il ponte sul Torrente Gravina – afferma Acito – nell&rsquo; area del Parco della Murgia Materana, sono testimoni del pessimo stato del maleodorante torrente, interessato da continui scarichi fecali e da un&rsquo;abbondante presenza di schiume. L&rsquo;inquinamento del Torrente Gravina costituisce, ancora, una criticit&agrave; irrisolta, nonostante gli impegni assunti, nel recente passato, da numerosi soggetti pubblici direttamente interessati&rdquo;.<br /><br />Nella lettera Acito ricostruisce il percorso istituzionale che, a seguito di una conferenza di servizio svolta nel mese di marzo 2017, &ldquo;aveva previsto per giugno 2019 la chiusura delle azioni di bonifica. Ma a distanza di due anni, nulla &egrave; stato realizzato. Il 10 marzo 2017, infatti, si &egrave; tenuta una conferenza di servizio, presso la sede dell&rsquo;Ente Parco della Murgia Materana, per rappresentare i problemi ed individuare soluzioni e tempi necessari al fine di completare il processo di disinquinamento del torrente Gravina. Alla presenza dei rappresentanti delle regioni Puglia e Basilicata, dell&rsquo;Acquedotto Pugliese e dell&rsquo;Acquedotto Lucano, della Provincia di Matera, del Consorzio di Bonifica Terre d&rsquo;Apulia, dell&rsquo;Arpab, dell&rsquo;Ente Parco della Murgia Materana e del Comune di Matera furono rappresentate le cause inerenti l&rsquo;inquinamento del torrente. Nelle acque dell&rsquo;affluente Jesce confluiscono i reflui provenienti dal depuratore del comune di Altamura e dal depuratore della zona industriale di Jesce, oltre alle acque reflue provenienti dal depuratore di Contrada Pantano che serve la gran parte della zona nord della citt&agrave; di Matera ed in cui confluiscono, attraverso gli impianti di sollevamento dei Sassi, anche i reflui della zona centrale della citt&agrave;. A queste si aggiungono le acque reflue provenienti dalle aziende agricole disseminate lungo il tracciato del torrente e del suo affluente Iesce sia in territorio pugliese che in territorio lucano. Si aggiungano i liquami scaricati abusivamente (auto spurgo) lungo il tracciato del torrente e del suo affluente Iesce e le acque provenienti dal sistema misto interessante la citt&agrave; di Matera che, per probabili rotture del sistema fognario nei Sassi, riversa il liquame direttamente lungo l&rsquo;asta fluviale del torrente&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Tutti i soggetti interessati presentarono le soluzioni, gi&agrave; adottate o in corso di adozione, con un preciso crono programma che si sarebbe concluso prima del 2019, per motivi facilmente intuibili – conclude Acito -. Ad oggi il sistema coordinato non ha, evidentemente, raggiunto il risultato concordato, per cui si chiede la convocazione urgente di un ulteriore tavolo dove gli stessi soggetti, prima indicati, devono rappresentare i motivi del mancato raggiungimento degli obiettivi, rappresentarne le criticit&agrave; e definire i tempi strettamente necessari per accelerare, definitivamente, il processo di disinquinamento del torrente Gravina&rdquo;.&nbsp;

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