Il consigliere regionale del Pd ribadisce che: “La facoltà di Medicina e Chirurgia è fondamentale per la nostra Sanità, per cambiarne il modello, per garantire il suo salto di qualità, per avere una Sanità completa, integrata, di alto profilo”
Santarsiero a margine della discussione avvenuta ieri in Consiglio regionale sull’Università della Basilicata ha dichiarato che: “Nella valutazione più ampia delle esigenze della nostra Università e della nostra Regione ed ovviamente in un contesto che per procedure, programmi e finanziamenti esula dal quadro attuale si pone il tema della Facoltà di Medicina e Chirurgia”.<br /><br />“Tale facoltà – sostiene Santarsiero – è fondamentale per la nostra Sanità, per cambiarne il modello, per garantire il suo salto di qualità, per avere una Sanità completa, integrata, di alto profilo. La stessa emigrazione sanitaria, altissima, è figlia di una Sanità ordinaria, che dobbiamo far diventare di eccellenza. Non è obiettivo semplice, ma occorre crederci seriamente, è indispensabile alla Regione nella stessa misura in cui è stata la istituzione della Università stessa. E bisogna far tutto rapidamente. Occorre con il presidente Pittella, che ha dato piena disponibilità, e con tutti i nostri parlamentari incontrare e sollecitare il MIUR per la relativa autorizzazione e poi verificare la questione in tutti gli aspetti: localizzativi, infrastrutturali, economici, accademici. Occorre – prosegue Santarsiero – fare tutto rapidamente anche perché il San Carlo con i suoi 500.000 mc di volumi e i 22 padiglioni è oggetto di costosi interventi in atto o programmati per adeguamenti vari. Si dovrà valutare in particolare se si può utilizzare l'esistente con ampliamenti in loco o se serve una totale delocalizzazione”.<br /><br />“Certo che ci vorranno molte risorse – rileva il consigliere - ma si tratta di somme che è possibile certamente intercettare per una finalità così importante e decisiva per il nostro territorio e le nostre popolazioni e, per certi versi per il futuro stesso della Regione. Ogni altra soluzione non è la soluzione di cui ha bisogno la nostra Sanità. In particolare – aggiunge Santarsiero – occorre dire con chiarezza che la prevista istituzione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia in lingua inglese (il cui progetto dovrà comunque essere meglio chiarito negli obiettivi, nei costi e nelle modalità attuative nonché valutato nelle competenti Commissioni Consiliari), rappresenterà un’occasione per 30-40 ragazzi che vi parteciperanno e forse anche un’opportunità per la nostra Sanità, ma non possiamo minimamente immaginare – conclude – che essa possa rappresentare un’alternativa e tantomeno un surrogato della citata facoltà di Medicina e Chirurgia che resta obiettivo primario da raggiungere”.<br />