Romaniello: priorità reddito minimo e riforma ammortizzatori

Per il capogruppo di Sel “l’ambiente, le risorse naturali, la piccola impresa radicata sul territorio, unitamente a politiche sociali e del lavoro possono rappresentare i punti su cui provare a costruire le condizioni per l’uscita dalla crisi”

“Le manifestazioni delle settimane scorse dei lavoratori forestali, quella dei cassaintegrati ed in mobilità in Basilicata (quest’ultimi circa 5mila unità), unitamente a quelle programmate per venerdì in Valbasento e con qualche ambiguità di contenuti quella dei lavoratori del salotto, rappresentano con nettezza la drammaticità della situazione produttiva e del lavoro a cui tutti sono chiamati a dare concrete risposte. Risposte che non sono venute, e non poteva essere diversamente, dai tanti convegni e dibattiti, non ultimo quello svoltosi a Matera, provincia dove, in presenza di dati così drammatici sul versante produttivo e del lavoro, forze significative della politica, piuttosto che interrogarsi sul ‘che fare’ e quindi sulle azioni da mettere in campo per tutelare la condizione materiale delle persone che questa crisi sta mettendo sul lastrico, intervengono su una, a mio parere, normale dialettica fra livelli istituzionali, al solo scopo di marcare distinguo e difendere posizionamenti personali”. Lo ha detto il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello.

“In una fase di recessione così forte, con un tasso di crescita per la Basilicata che viaggia con –2,5 / -2,8% – ha aggiunto il capogruppo di Sel -, a poco servono piani ed esperienze pilota. Bisogna intervenire prioritariamente su incentivi alla crescita e all’assunzione da una parte e sull’incremento delle forme / strumenti di sostegno al reddito dall’altro. La proposta di una riforma strutturale del sistema degli ammortizzatori con la istituzione del reddito minimo a livello nazionale così come proposta da Sel può e deve rappresentare la prima priorità unitamente alla intensificazione della lotta al lavoro nero e sommerso su cui è necessario accelerare i tempi per l’approvazione del disegno di legge regionale presente in quarta Commissione”.

Per Romaniello “i dati illustrati in quinta Commissione dai rappresentanti di Unioncamere, unitamente a quelli che quasi settimanalmente pubblicano Svimez ed Istat confermano da una parte la continua emorragia di posti di lavoro e dall’altra la debolezza strutturale del sistema produttivo lucano, troppo dipendente dalla spesa pubblica e poco incline alla innovazione e alla cooperazione. L’esempio più eclatante è il fallimento della esperienza del Distretto del Salotto Murgiano – Matera. Un sistema che la crisi attuale mette ancor più in difficoltà nel suo rapporto con il mercato nazionale ed internazionale. In questo quadro, tempi, modalità, priorità nell’uso delle risorse europee, nazionali e regionali possono fare la differenza solo se collocati dentro un quadro strategico sul futuro della Basilicata con opzioni chiare su settori strategici e la qualità dello sviluppo. Per noi l’ambiente, le risorse naturali, la piccola impresa radicata sul territorio, unitamente a politiche sociali e del lavoro, dal ‘tratto nordico’ in senso europeo, possono rappresentare i punti su cui provare a costruire le condizioni per l’uscita dalla crisi, assumendo il lavoro, la sua qualità, quali perni centrali per un nuovo modello di sviluppo”.

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