Un ricordo di Giuseppe Potenza, segretario DC-Libertas Basilicata di monsignor Ennio Appignanesi arcivescovo emerito di Potenza, morto ieri. "Ci piace ricordare – afferma Potenza – innanzitutto la missione di parroco di borgata, come preferiva definire il suo compito per anni di guida autorevole della Conferenza dei vescovi lucani.
Per i cattolici impegnati in politica è stato un punto di incoraggiamento a perseguire il bene comune. Per la sua frequentazione con Papa Giovanni XXIII ha sempre esaltato il primo Sinodo diocesano nel gennaio del 1960 quando si parlava di inglobare i laici nella vita ecclesiale e di aumentare le loro responsabilità, ad esempio. Ricordo le parole di mons. Appignanesi su “un Papa rivoluzionario, da terremoto, che indisse con coraggio il Concilio Vaticano II e cambiò la storia della Chiesa in tempi travolgenti, che chiedevano un aggiornamento. Alla fine della seconda guerra mondiale la Provvidenza ha voluto farci una carezza con i nostri Papi coraggiosi e santi. Li abbiamo conosciuti e abbiamo vissuto con loro”.
Un “faro” per tutti i cattolici impegnati in politica che non possono più tirarsi indietro o limitarsi ad iniziative formali e di sostegno altrettanto formale ai vescovi lucani impegnati a seguirne l’esempio. Così in continuità con la fiaccolata-evento “Lux Mundi” promosso dai vescovi lucani per stringersi insieme e accendere una luce di speranza per dare una risposta simbolica e illuminare la via per la ripresa e la occupazione, e alle iniziative più recenti 'Vivere una Vita che Vale' in preparazione del Viaggio delle Scuole Lucane a Roma da Papa Francesco e a sostegno di Matera Capitale Europea 2019, si deve intensificare l’impegno civile ed etico. A sorreggerci sono le parole dure di Papa Bergoglio: “la crescita delle diseguaglianze e delle povertà mettono a rischio la democrazia inclusiva e partecipativa la quale presuppone sempre un'economia e un mercato che non escludono e che siano equi”. Il vigore del suo richiamo sta nel far agire la fede nella contemporaneità, nella spinta verso un progetto di sviluppo integrale che, per essere reale, deve raggiungere ed offrire possibilità a tutti. Dunque il processo di nuovo protagonismo dei cattolici in politica va avanti, ma è indispensabile per i cattolici individuare il contenitore della buona politica. Più che un atteggiamento, un cattolico con responsabilità nelle istituzioni deve spendersi per un progetto di vita. E’ tornato il tempo in cui i cattolici hanno l’obbligo morale di uscire dalle sacrestie e invadere il mondo seminando testimonianze di vita verace. E’ giunto il tempo in cui tutelare gli interessi di tutti e gestire la cosa pubblica con onestà e trasparenza deve essere sinonimo di preghiera. Una preghiera fatta non solo di parole sia pure belle, ma di gesti concreti perchè la politica ritorni servizio delle nostre comunità".
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