Parco del Vulture, nota di Di Lucchio

Precisazioni della presidente in merito alle recenti dichiarazioni di taluni rappresentanti istituzionali sulla gestione delI'Ente, che "non è fermo: è un patrimonio che vive e cresce, ma ha bisogno di più collaborazione e meno polemiche pretestuose, ha bisogno di serietà".

Dichiarazione della presidente del Parco del Vulture, Francesca Di Lucchio

“In merito alle recenti dichiarazioni di taluni rappresentanti istituzionali sulla gestione del Parco del Vulture, ritengo doveroso fornire alcune precisazioni.

Il bilancio consuntivo 2024 ha regolarmente ottenuto l’approvazione del Direttivo del Parco, a conferma della correttezza amministrativa e gestionale dell’Ente. Le difficoltà registrate in Assemblea non equivalgono a una paralisi: le cosiddette “logiche di quartiere” trovano semmai terreno nella Comunità del Parco, più che nel Direttivo, che continua a svolgere il proprio lavoro con serietà.

Quanto alla necessità di una visione comune, condivido l’esigenza di rafforzarla, ma occorre ricordare che essa può nascere soltanto da un percorso partecipato, che coinvolga Regione, Comuni, Provincia, associazioni e cittadini.

Sulle capacità manageriali giustamente richiamate, è giusto puntare a figure competenti e qualificate, ma non si può prescindere dal ruolo del vero organo politico dell’Ente, la Comunità del Parco. È qui che si dovrebbero costruire sintesi responsabili e lungimiranti, e troppo spesso invece prevalgono dinamiche poco coerenti con gli obiettivi di buona di buona amministrazione e di una gestione sostenibile..

La Regione ha certamente il compito di garantire coordinamento e indirizzo, ma non si può ridurre la complessità attuale a una sola responsabilità della Giunta. Serve invece maggiore coesione istituzionale.

Il Parco del Vulture non è fermo: è un patrimonio che vive e cresce, ma ha bisogno di più collaborazione e meno polemiche pretestuose, ha bisogno di serietà. Chi ha davvero a cuore il futuro di questo territorio sa che le energie vanno spese in progetti concreti, non in dichiarazioni ad effetto”.

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