Oneri di urbanizzazione, interviene l'assessore Campagna

L'assessore all'Urbanistica del Comune di Potenza Pietro Campagna, interviene "sui “nuovi” oneri di urbanizzazione" spiegando che "sono stati deliberati dal Consiglio comunale all’unanimità nella seduta del 26 maggio 2011, e vengono già applicati e riscossi dall’Amministrazione sin dal successivo 13 giugno".
"Il contributo di costruzione, – prosegue – che lo stesso è stato rideterminato in € 274,15 al metro quadrato, con un incremento, quindi, solo del 6,9% (la precedente tariffa era di € 256,38 sempre al metro quadrato), senza alcun margine di discrezionalità da parte dell’Amministrazione.
Circa, invece, la determinazione degli oneri di urbanizzazione, l’Amministrazione ha proceduto all’adeguamento della precedente tariffa, determinata nel lontano anno 2003, tenendo anche conto del fatto, di grande rilevanza, della intervenuta approvazione – il 31 marzo 2009 – dell’innovativo Regolamento urbanistico che aveva, tra l’altro, eliminato la “zonizzazione” del vecchio P.R.G.
Il costo delle urbanizzazioni dei comparti edilizi in corso di realizzazione in Città, come risulta dai computi metrici prodotti dai Consorzi edilizi e dai privati imprenditori e approvati dall’Amministrazione, comporta un onere, che gli uffici hanno peraltro opportunamente mediato, perché mai l’Amministrazione avrebbe dovuto determinare, una tariffa di gran lunga inferiore, disattendendo peraltro, una precisa disposizione di legge che, come innanzi richiamato, impone che l’aggiornamento venga fatto “in relazione ai riscontri e prevedibili costi delle opere di urbanizzazione?". "E' sin troppo evidente – ancora Campagna – che il risultato sarebbe stato inevitabilmente quello o di lasciare, come per il passato, quartieri senza urbanizzazioni, facendone, quindi, ricadere l’onere ancora una volta sulle spalle delle future generazioni, oppure quello di scaricare (a condizione di riuscire a reperire le necessarie risorse) sull’intera collettività costi di realizzazione di opere che vanno, invece, a beneficio innanzi tutto dei cittadini che ne sono direttamente ed immediatamente fruitori. E’, quindi, sulla base di queste valutazioni e considerazioni che l’Amministrazione si è responsabilmente assunto il gravoso e certamente impopolare onere di adeguare le previgenti tariffe agli effettivi costi di realizzazione delle opere, pur se con il necessario senso della “misura” . D’altra parte, se, come nel caso delle esemplificazioni proposte dal “Comitato”, parliamo di fabbricati di oltre 200 mq. di superficie, cioè di vere e proprie “villette” peraltro in territorio aperto e, quindi, in un ambito che dovrebbe essere destinato ad altro ed il piu’ possibile preservato da qualsiasi fenomeno di edificazione diffusa, ho la presunzione di ritenere che il cittadino che, con i tempi che corrono, si può permettere un tale investimento possa, anzi debba contribuire (perché pur sempre di un “contributo” si tratta) all’impegno che l’Amministrazione assume anche per le future generazioni di assicurare e mantenere un livello accettabile di quelle dotazioni infrastrutturali e di quei servizi che poi tutti, me per primo, giustamente pretendiamo.
E tutto ciò senza, peraltro, trascurare altre inevitabili ma significative considerazioni, quali, ad esempio il fatto che, in ambito urbano, i consorzi e le imprese edilizie si fanno carico anche della acquisizione e della cessione a titolo gratuito all’Amministrazione delle aree necessarie per la cosiddetta “città pubblica” (aree per l’edilizia sociale, per le urbanizzazioni secondarie, etc. etc.), che il citato D.P.R. n. 380/2001, all’art. 17, prevede che il contributo di costruzione non è tra l’altro dovuto “per gli interventi da realizzare nelle zone agricole, ivi comprese le residenze, in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell’imprenditore agricolo a titolo principale”, così come “per gli interventi di ristrutturazione e di ampliamento, in misura non superiore al 20%, di edifici unifamiliari”, nonché che “il contributo per la realizzazione della prima abitazione è pari a quanto stabilito per la corrispondente edilizia residenziale pubblica”.
Ciò non di meno, poiché uno (certamente non l’unico) dei caratteri distintivi di questa Amministrazione è quello della disponibilità e dell’apertura al dialogo, ritengo, comunque, utile rappresentare che, proprio nello spirito di massima condivisione anche delle difficoltà che il settore edilizio attraversa in questa fase, di concerto con le Associazioni di categoria piu’ rappresentative (Ance, Alleanza delle Cooperative Italiane, Confapi, Confartigianato e CNA), è stato già da tempo attivato un “tavolo tecnico”, alla cui attenzione è stata demandata la individuazione di eventuali misure di mitigazione, possibili e compatibili con il quadro normativo di riferimento, riferite, in particolare, agli interventi di riqualificazione ed ai cosiddetti “cambi di destinazione d’uso”.
Tanto ritenevo mio dovere istituzionale puntualizzare ed offrire al dibattito da tempo in corso in Città su una questione tanto rilevante quanto delicata" conclude l'assessore all'Urbanistica del comune di Potenza.
bas 02.

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