Napoli su manifestazione imprese-lavoratori indotto petrolio

Per il capogruppo Pdl-Fi occorre riportare la questione sui giusti binari. “E’ legittimo pretendere che lo Stato faccia la sua parte per la Basilicata, considerando questa regione per quello che è: una opportunità piuttosto che un problema”

&ldquo;La manifestazione di oggi, con imprenditori dell&rsquo;indotto petrolifero e lavoratori insieme davanti il palazzo della Giunta regionale, ha il merito indiscutibile di riportare la questione sui giusti binari. Dopo le chiacchierate delle settimane scorse nelle varie feste di partito e sindacato, finalmente il Governo regionale &egrave; inchiodato alle proprie responsabilit&agrave; per affrontare, concretamente, i temi veri che sono lo sviluppo e l&rsquo;occupazione&rdquo;. Ad affermarlo &egrave; il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Michele Napoli che aggiunge: &ldquo;riscontro significative e rilevanti convergenze con la strategia delineata in proposito da Confindustria attraverso la presa di posizione del suo presidente Michele Somma. Le proposte che Forza Italia ha presentato in ultimo sulle modalit&agrave; di utilizzo delle royalties del petrolio hanno sempre puntato a modificare profondamente, rispetto al passato, la gestione di queste risorse che non ha prodotto alcun risultato positivo in termini di sviluppo dell&rsquo;economia lucana come conferma l&rsquo;analisi dei principali indicatori macroeconomici. Semmai vanno considerati i rilievi della Corte dei Conti, secondo la quale circa due miliardi di euro di royalties non hanno prodotto sviluppo ed occupazione. Di qui la nostra idea-progetto centrale: utilizzare le risorse per creare una banca regionale che garantisca investimenti in settori fondamentali per lo sviluppo regionale quali infrastrutture, ricerca, innovazione, export e ambiente. Una banca che deve promuovere, attraverso i finanziamenti, le attivit&agrave; delle imprese rivolte ai settori produttivi. In sintesi, queste attivit&agrave; devono essere finanziate dalla Regione attraverso la banca, senza tuttavia comparire nel bilancio regionale per eludere i vincoli del patto di stabilit&agrave; in quanto formalmente garantite da un nuovo soggetto di diritto, che operer&agrave; sul mercato alla stregua degli altri operatori privati e quindi delle altre banche, potendo incrementare il proprio capitale sociale attraverso normali operazioni di emissione di azioni ed obbligazioni da collocare appunto sul mercato&rdquo;.<br /><br />Nel sottolineare che &ldquo;non pu&ograve; che farci piacere registrare sempre pi&ugrave; numerose ed autorevoli convergenze sul nostro progetto, in ultimo da parte dell&rsquo;ex Ministro Passera&rdquo; Napoli afferma che &ldquo;preoccuparsi della disoccupazione senza porre al centro dell&rsquo;azione politica l&rsquo;impresa, quale soggetto primario di produzione di ricchezza per l&rsquo;individuo e per la societ&agrave;, significa curare i sintomi del male ma non le cause dello stesso. E&rsquo; il caso di ricordare il tessuto produttivo lucano, che versa in condizioni di disagio come testimoniato dalla perdita di 15 punti percentuali di Pil dall&rsquo;inizio della crisi e dal saldo nati-mortalit&agrave; delle imprese lucane registrato alla fine dell&rsquo;anno 2014 a riprova che le politiche industriali sinora promosse dalla Giunta regionale segnano un fallimento. Nonostante tutto si vorrebbe seguire sulla stessa strada come riprova l&rsquo;impiego del 3% delle royalties. La nostra posizione &egrave; diametralmente opposta. Abbiamo proposto: l&rsquo;istituzione di un Fondo permanente destinato a finanziare i giovani meritevoli che intendono intraprendere un percorso di studi universitari e/o intendono assolvere una formazione post universitaria sotto forma di master, di corso di specializzazione, di dottorato di ricerca, ecc. e, inoltre, a promuovere e supportare la nascita e l&rsquo;avvio di nuove imprese realizzate nella forma della &lsquo;startup innovativa&rsquo;, mediante la concessione di benefici a titolo di contributi a fondo perduto a copertura delle spese di avvio dell&rsquo;attivit&agrave; economica, dei costi per l&rsquo;investimento e delle spese per la gestione relative al primo anno di esercizio&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ho sempre ritenuto &ndash; continua il capogruppo di Fi &ndash; che se si vuole affrontare efficacemente la questione petrolio non si pu&ograve; non partire da un&rsquo;analisi del rapporto fiscalit&agrave;-risorse per capire chi ci guadagna realmente con il petrolio. E&rsquo; lo Stato il soggetto che percepisce gli introiti pi&ugrave; rilevanti derivanti dal petrolio lucano, perch&eacute; il prelievo fiscale sulle attivit&agrave; petrolifere (tra Ires, Addizionali Ires, Robin Tax e Irap) supera il 60%. A ci&ograve; bisogna aggiungere le royalties per le estrazioni sul territorio, queste s&igrave; destinate agli enti locali, che stanno esattamente al 10%. Stante questo quadro di fiscalit&agrave; generale &ndash; sottolinea Napoli – &egrave; legittimo pretendere che lo Stato faccia la sua parte per la Basilicata, considerando questa regione per quello che &egrave;: una opportunit&agrave; piuttosto che un problema&rdquo;.<br /><br /><br /><br /><br />

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