L’impegno a garantire la continuità occupazionale per tutti i 110 lavoratori Iscot (Cantieri Stellantis Melfi) è stato ribadito dall’assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro Francesco Cupparo al Tavolo Iscot che si è tenuto nel pomeriggio in aggiornamento alla precedente riunione del 24 aprile scorso. Al Tavolo – presenti la dottoressa Maria Leone, Ufficio Lavoro del Dipartimento, rappresentanti aziendali e di Filcom , Filcams-Cgil, Ugl, Uiltrasorti e Confindustria – l’Assessore ha riferito che in occasione della visita allo stabilimento Stellantis di Melfi il 9 maggio scorso ha incontrato il direttore dello stabilimento ing. Nicola Intrevado e altri dirigenti dai quali ha avuto notizia che il rinnovo della gara di appalto dei servizi è fissato al 30 settembre prossimo e che c’è la volontà del Gruppo di tenere conto dell’attuale situazione occupazionale nell’ambito dei servizi. Si tratta pertanto – ha detto Cupparo – di gestire nel modo migliore questa fase in previsione della ripresa della produzione con le nuove auto a partire proprio dal prossimo settembre tra le quali la nuova Jeep Compass nelle tre varianti: full electric, ibrida e mild hybrid, in anticipo rispetto al piano Italia, con Melfi primo stabilimento a dare il via alla produzione di questo modello strategico per il rilancio dell’automotive.
Per questo l’assessore ha rinnovato la richiesta ai rappresentanti Iscot di non dar corso al trasferimento di personale considerato in esubero specie – ha detto – per i lavoratori con contratto di solo 25 ore settimanali che sono stati destinati ad altri cantieri Iscot lontani sino a 250 km da Melfi. Da parte del Dipartimento è stata prospettata la possibilità di attivare progetti di formazione continua appena il relativo Avviso Pubblico sarà approvato in Giunta. Per Cupparo questa vertenza come tutte le altre dell’indotto e dei servizi Stellantis è la riprova della rilevanza del comparto automotive per l’occupazione diretta ed indotta per la nostra regione e quindi necessita di iniziative ed interventi anche da parte del Mimit. Su un aspetto – ha affermato – non sono disponibile a recedere: non si possono mandare a lavorare operai con 700 euro al mese in stabilimenti di località del centro-nord che richiedono spese impossibili da sostenere.