Immigrazione, Garante infanzia su attuazione decreto Salvini

“Pur non prevedendo norme che esplicitamente restringono i diritti dei minori non accompagnati, il decreto incide negativamente ed inevitabilmente su di loro, soprattutto nel delicato passaggio alla maggiore età”

Il Garante regionale dell&rsquo;infanzia e dell&rsquo;adolescenza della Basilicata, Vincenzo Giuliano, ha organizzato, insieme alla cooperativa sociale Novass di Policoro, un incontro alla presenza dell&rsquo;associazione lucana dei tutori di minori stranieri non accompagnati e dei responsabili dei Centri di prima accoglienza (Cpa) e seconda accoglienza (Cas) presenti sul territorio regionale in merito alle numerose criticit&agrave; emerse sulla tutela volontaria e l&rsquo;applicazione della legge Salvini.<br /><br />&ldquo;Considerata la presenza dei tutori dei Msna &ndash; ha sottolineato Giuliano – accolti sul territorio lucano si sono evidenziate le difficolt&agrave; sorte a causa di comportamenti tenuti da alcuni tutori che, non avendo ben chiaro il proprio ruolo, n&eacute; le proprie responsabilit&agrave;, hanno rinunciato alla nomina il giorno prima dell&rsquo;audizione della commissione territoriale del minore, rendendo impossibile l&rsquo;ascolto dello stesso e creando enormi difficolt&agrave; tanto al ragazzo quanto a tutto lo staff di gestione del centro. Inoltre, molti tutori hanno un numero eccessivo di minori da tutelare e, spesso, dislocati in comuni distanti tra loro e pertanto difficili da raggiungere&rdquo;.<br /><br />&rdquo;In merito all&rsquo;impatto della legge Salvini sui Msna &ndash; ha proseguito il Garante – &egrave; emerso che tale decreto, pur non prevedendo norme che esplicitamente restringono i diritti dei minori non accompagnati, incide negativamente ed inevitabilmente su di loro, soprattutto nel delicato passaggio alla maggiore et&agrave;, a causa dell&rsquo;incertezza sia giuridica che sociosanitaria e per l&rsquo;interruzione del gi&agrave; delicato percorso di integrazione sociale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Con il sistema delineato dalla legge Salvini &ndash; ha aggiunto ancora Giuliano -, tutti coloro che non rientrano nella definizione di rifugiato, di protezione sussidiaria o nei limitati casi di protezione speciale, rischiano il diniego alla propria domanda di protezione. Questo accade anche nei casi dei soggetti vulnerabili, come minori e neomaggiorenni. Circa il 65% dei Msna presenti sul territorio italiano compir&agrave; il diciottesimo anno entro dicembre 2018, ci&ograve; significa che presto molti di questi ragazzi e ragazze, da un giorno all&rsquo;altro e a prescindere dai percorsi di integrazione intrapresi, perderanno le tutele loro accordate in virt&ugrave; della minore et&agrave; e riceveranno un trattamento da &lsquo;adulti&rsquo;. In base alla nuova legge i neomaggiorenni richiedenti asilo non potranno pi&ugrave; accedere al sistema di accoglienza Sprar e, dunque, ad un effettivo percorso di integrazione socio-lavorativa, ma solo ai Cas. Se titolari della nuova &lsquo;protezione speciale&rsquo; o della vecchia &lsquo;protezione umanitaria&rsquo;, non potranno pi&ugrave; accedere al sistema Sprar, tranne che non vi siano stati inseriti da minorenni, e neppure ai Cas. Ci troviamo, pertanto, di fronte al paradosso che al compimento della maggiore et&agrave;, molti ragazzi si ritroveranno in mezzo alla strada privi di tutele e garanzie, vanificando ogni impegno, azione e sacrificio degli operatori e figure professionali dei centri di accoglienza. L&rsquo;abolizione del permesso per motivi umanitari e la stretta sulla protezione internazionale operate dalla Legge Salvini ha indotto i partecipanti all&rsquo;incontro a discutere delle scelte dei percorsi amministrativi che meglio possano tutelare l&rsquo;interesse superiore del minore, anche alla luce delle nuove norme sull&rsquo;accoglienza&rdquo;.<br /><br />&ldquo;L&rsquo;art. 32 del decreto legislativo n. 286/1998 &ndash; ha affermato Giuliano – prevede che al compimento della maggiore et&agrave; da parte dello straniero entrato in Italia come minore non accompagnato, possa essere rilasciato un permesso di soggiorno per studio, accesso al lavoro, ovvero per lavoro subordinato o autonomo.&nbsp; Se si considera che il target dei minori che arrivano in strutture di seconda accoglienza riguarda una fascia di et&agrave; compresa tra i 16 e i 18 anni, et&agrave; che non permette l&rsquo;iscrizione a percorsi di studio statali, si comprende bene come la conversione del permesso minore et&agrave; in permesso per motivi di studio sia pressoch&eacute; riservata ad un numero esiguo di Msna.&nbsp; Maggiori perplessit&agrave; sorgono in merito alla conversione del permesso minore et&agrave; in permesso per accesso al lavoro o in permesso per lavoro subordinato o autonomo. Infatti, il minore di 16 anni non pu&ograve; essere iscritto a scuola statale e spesso sorgono difficolt&agrave; per l&rsquo;iscrizione presso i Centri Provinciali per l&rsquo;Istruzione degli Adulti (Cpia) ed il conseguimento dell&rsquo;attestato per la certificazione della competenza di lingua italiana e, in assenza di tutto questo, per il minorenne &egrave; impossibile ottenere l&rsquo;iscrizione ai Centri per l&rsquo;impiego, ad un tirocinio formativo o professionalizzante.&nbsp; Le medesime difficolt&agrave; di ingresso nel mondo del lavoro le riscontra il neo maggiorenne fuoriuscito dal programma di protezione in quanto privato di qualsiasi opportunit&agrave; di confrontarsi con il mondo del lavoro&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Alla fine dei lavori &ndash; ha concluso Giuliano – si &egrave; deciso di convocare al tavolo tecnico anche l&rsquo;Agenzia Regionale Lavoro e Apprendimento Basilicata (Lab) che si occupa di politiche attive del lavoro al fine di trovare soluzioni alle criticit&agrave; rilevate&rdquo;.<br /><br />

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