Il Cece di Tricarico entra nei Pat

L'elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali conta oggi 233 prodotti lucani. "Un chiaro segnale - dicono il Presidente Bardi e l'assessore Cicala - di vitalità e ricchezza del nostro patrimonio agroalimentare. L'obiettivo è continuare a sostenere i nostri produttori".

Tutte le notizie di

Una minestra di ceci

Sono oltre duecento i prodotti lucani inseriti nell’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT). Con il recente aggiornamento del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, che porta a 5.717 il totale dei PAT in Italia, la Basilicata festeggia l’ingresso ufficiale del Cece di Tricarico, uno dei simboli dell’agricoltura tradizionale e della biodiversità locale. “Siamo particolarmente orgogliosi di questo riconoscimento – dicono il Presidente della Regione, Vito Bardi, e l’assessore regionale alle Politiche agricole, Carmine Cicala – perché il Cece di Tricarico rappresenta non solo un prodotto di qualità, radicato nella tradizione contadina lucana, ma anche un presidio della nostra identità rurale. L’inserimento nei PAT è un segnale chiaro della vitalità e della ricchezza del nostro patrimonio agroalimentare”. Bardi ricorda come la Basilicata possa ora contare su 233 prodotti inseriti ufficialmente nell’elenco dei PAT, tra cui figurano anche la soppressata di Rivello, i fichi secchi di Miglionico, i peperoni cruschi di Senise, la rafanata di Castelsaraceno, la strazzata, il pecorino e il Tumact me tulez, ognuno espressione autentica delle tradizioni gastronomiche e culturali lucane.

“L’obiettivo della Regione Basilicata – aggiungono Bardi e Cicala – è continuare a sostenere i nostri produttori, favorendo il riconoscimento e la valorizzazione di queste eccellenze che non solo arricchiscono la nostra tavola, ma rappresentano un volano per il turismo enogastronomico e per lo sviluppo sostenibile delle nostre aree interne”. Il Presidente e l’assessore concludono sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni, agricoltori e comunità locali: “Solo attraverso il lavoro sinergico possiamo preservare e promuovere i prodotti che raccontano la storia e l’anima della Basilicata”.

    Condividi l'articolo su: