Geogastock: precisazioni uffici in merito ai dubbi sul progetto

Concessione e non vendita; durata ventennale e non di 40 anni; contropartite più alte; garanzie ambientali assolute. Approfondimenti fatti tutti. Maggiore occupazione attesa

In merito a notizie circolate a seguito dell’intesa Regione-Geogastock, gli uffici regionali precisano quanto segue:
1. la concessione non ha durata di 40 anni, ma di 20;
2. le compensazioni in cifra pattuite non ammontano a 3 milioni ma a 14 a cui aggiungere l’indennizzo per il mancato uso alternativo del territorio pari all’1 per cento del valore della capacità di stoccaggio, ossia circa 300mila euro l’anno
3. tasse, addizionali e imposte locali produrranno circa un milione di euro annui per gli enti locali
4. conseguentemente, a voler fare un calcolo mensile, le compensazioni incidono per circa 166mila euro/mese;
5. l’occupazione prodotta non è per 15 addetti ma per 19 diretti e un centinaio di indiretti come facilmente prevedibile per un piano di investimenti da 400 milioni di euro che porterà anche ricadute per le imprese del territorio;
6. si tratta di concessione e non di vendita di alcunché ad alcuno;
7. l’accordo non rappresenta un ribasso rispetto alle precedenti esperienze, ma un rialzo del 400% rispetto alla più alta remunerazione per progetti analoghi mai data ad impianti dello stesso tipo in Italia;
8. la mozione tesa a fermare ogni attività di concertazione sul progetto è stata presentata dal proponente al Consiglio ma non discussa e approvata;
9. le informazione e le documentazioni in merito all’inesistenza di rischi sono state chieste, ottenute e valutate prima di concedere l’intesa;
10. alle conferenze di servizio la Basilicata non ha partecipato comunicando al Ministero che erano appunto in corso supplementi di istruttoria sul progetto che hanno prodotto le prescrizioni aggiuntive sull’intesa;
11. a dette conferenze di servizio non doveva partecipare il presidente De Filippo (che quindi non le ha disertate) ma solamente tecnici;
12. il Ministero dell’Ambiente aveva adottato il decreto di pronuncia di compatibilità ambientale già il 9 febbraio del 2009 e la Regione Basilicata ha bloccato il progetto fino ad ora proprio per ulteriori approfondimenti;
13. per una delle due parti del progetto (quella di Pisticci) non è stata data l’intesa;
14. la decisione con cui la giunta regionale ha dato la propria intesa è avvenuta non unicamente in ragione delle contropartite economiche ma innanzitutto in considerazione delle garanzie di tutela del territorio e poi, come già detto e riportato in delibera in considerazione del fatto che “le infrastrutture di stoccaggio di gas naturale svolgono una funzione indispensabile per la modulazione dell’offerta di gas nel sistema italiano”, recependo in questo le motivazioni che portano il tema energetico ad essere materia di competenza statale e mirando ad aumentare la competitività del Paese e del territorio lucano;
15. la competitività del territorio lucano potrà aumentare anche grazie alla maggiore attrattività del territorio verso le imprese che sarà determinata dalla riduzione del costo dell’energia, con ulteriori benefici occupazionali attesi.
Tanto al fine di offrire ulteriori chiarimenti nell’ottica di massima trasparenza voluta dalla giunta, ed evitare che possano ingenerarsi dubbi o paure ingiustificate in relazione al progetto.
Nell’occasione si precisa che erroneamente nel primo comunicato parlando delle contropartite ai comuni si era fatto riferimento ai comuni di “Ferrandina, Grottole e Salandra”, mentre in realtà le attività di stoccaggio e le relative contropartite economiche, riguardano i comuni di Pisticci, Ferrandina e Salandra.

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