“Quando non si abdica alla logica dei numeri nemmeno per il bene dei lucani”
“E’ sulla scrivania del presidente del Consiglio regionale – riferisce una nota dei consiglieri – la lettera di risposta da parte dell’ Intergruppo di Consultazione. Oggetto: il mancato ingresso nella Commissione d’inchiesta su Fenice”.
Per Falotico, interpretando anche il pensiero dei consiglieri Mollica e Navazio, “l’impedimento sta tutto nell’impossibilità di accogliere e suggellare il metodo nell’individuazione dell’Ufficio di Presidenza in seno alla Commissione”. “Non ci appassionano – spiegano i consiglieri – le lotte legate al nome e cognome, tenevamo e continuiamo a farlo di più al mancato criterio che avrebbe dovuto portare alla scelta di un Consigliere lontano, all’epoca dei fatti, dagli scranni del Consiglio regionale. Nulla a che vedere, quindi, con posizionamenti ma tutto ruota attorno alla mancanza di sensibilità nel rispetto per i cittadini, cui si sarebbe dovuta garantire la tranquillità di una scelta operata non in virtù dei pesi e dei contrappesi politici, ma della trasparenza d’azione. Un senso della trasparenza che certamente appartiene al Consigliere Presidente al quale confermiamo il nostro rispetto personale”.
Al gesto posto in essere dalla missiva del presidente Folino, “garbata e apprezzatissima, perché prova di un senso alto delle istituzioni, di un desiderio di allontanare disequilibri e della volontà di abbracciare nel confronto e nei lavori tutte le sensibilità che siedono in Consiglio, non è seguita la riflessione che alcuni capi-gruppo avrebbero dovuto affrontare e che avrebbe dovuto, vista la delicata questione, abdicare la logica dei numeri per abbracciare quella del dibattito condiviso”. Pertanto, sostiene Falotico “continueremo a seguire per altre strade la vicenda ‘Fenice’, finché non cambieranno gli atteggiamenti sulla questione e continueremo a difendere in Consiglio regionale insieme ad altri colleghi l’integrità ambientale della nostra Basilicata”.
Il consigliere Falotico spiega come “sarebbe stato facile spingere sull’acceleratore del conflitto e approfittare del contesto per ottenere una posizione. Sarebbe bastato – dichiara – non apporre le nostre tre firme per ostacolare, sotto il profilo tecnico e per il regolamento del Consiglio regionale, l’iter della nascita della Commissione. Invece, non abbiamo esitato a dare il nostro consenso, come avremmo voluto offrire un maggiore contributo ai lavori, qualora però l’avvio avesse avuto più trasparenza e rigore nella sua costituzione”.
“Con sincero rammarico – si legge nel testo inviato a Folino – l’ostacolo che impone lontananza non risiede nella dignità politica che pure, fosse stata l’unica ad essere toccata, avremmo trascurato per il bene supremo che è il raggiungimento della verità e che coincide con l’obbligo istituzionale verso i nostri cittadini, bisognosi di risposte certe e di poter ritrovare fiducia negli organismi rappresentativi del governo regionale. L’intergruppo ha già dato prova in passato di possedere un forte senso di responsabilità, al quale si deve coerenza e che impedisce di assecondare ogni atteggiamento andante in direzione contraria”.