Il capogruppo di “Io amo la Lucania” in Consiglio regionale propone di modificare la legge regionale n. 45/2000
“La famiglia è una delle risorse fondamentali della società, tant’è che non solo la Costituzione Italiana le riserva alcuni articoli e una specifica tutela, ma anche molti altri Atti di rilevanza internazionale, come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, le conferiscono un solenne riconoscimento definendola una “società naturale” che ha diritto ad essere protetta dallo Stato. Ma la Regione Basilicata?”. Partendo da questo assunto il consigliere regionale Alfonso Ernesto Navazio ha presentato una proposta di legge dal titolo “Modifiche alla legge regionale 14 aprile 2000, n.45 (Interventi a favore della famiglia). Una legge, quest’ultima che a parere di Navazio “non fa cenno a cosa si debba intendere per famiglia”.
Il presidente di Io amo la Lucania, nel formulare ancora una volta una proposta di legge “che, innanzitutto, non si perda nei meandri di tanti articoli che paventano per lo più concetti aleatori, ma, al contrario, snella e nella quale il cittadino possa realmente rivedersi”, sottolinea nell’art. 1 il concetto di famiglia “affinché la Regione Basilicata, innanzitutto la riconosca come società naturale fondata sul matrimonio quale istituzione privilegiata per la nascita, la cura e l’educazione dei figli, nonché per l’assistenza ai suoi componenti. Nel secondo comma dello stesso articolo, la Regione Basilicata promuove una organica ed integrata politica di sostegno al nucleo familiare. Attraverso l’art. 1, la proposta di legge, prima ancora di entrare nel merito, attribuisce dunque al governo lucano il compito di riconoscere il concetto di famiglia. Criterio dal quale non si può prescindere”.
Navazio propone “una legge che si faccia interprete dei valori non negoziabili. Un punto sul quale bisognerebbe soffermarsi con più attenzione e chiedersi: quali sono? E una volta data la risposta provare a riflettere meglio sul concetto di famiglia. Bisogna che la Regione, quale istituzione garante dei principi fondamentali, faccia quindi delle scelte. La famiglia la si deve intendere come un insieme di individui o come una cellula vitale fondata principalmente sul matrimonio e che come tale va tutelata? Non basta dunque, secondo il consigliere, la composizione numerica ma bisogna tener conto che, di fatto, ci debba essere una ponderazione dei suoi componenti.
“Nella società contemporanea – continua l’esponente di Ial – la famiglia accusa particolari sofferenze. Secondo un’indagine ISTAT, nel periodo 2006-2009, il reddito delle famiglie si è progressivamente ridotto: da un incremento del 3,5% del 2006 è passato ad una flessione del 2,7% del 2009. La prima dal 1995. Sempre più isolata e affannata, stenta a far fronte alle troppe sollecitazioni esterne: insomma, la famiglia è visibilmente sola, se non addirittura minacciata nella conservazione del suo ruolo e del suo valore sociale”. Facendo poi seguito alle parole del presidente della Cei, Angelo Bagnasco che, all’indomani della Conferenza nazionale della famiglia dello scorso novembre, ribadì con forza “la richiesta di politiche effettive di sostegno alle famiglie, un campo in cui si parla molto ma è difficile passare ai fatti”, il consigliere Navazio affronta nella sua pdl “la necessità di valutare compiutamente le condizioni di disagio economico, sociale e lavorativo delle famiglie, attraverso l’applicazione di un Quoziente sociale e familiare – Quoziente Basilicata – basato sulla ponderazione di diversi criteri che tengano conto della reale situazione familiare legata non solo alla presenza di figli e anziani e della loro età”.
Il presidente di Ial sottolinea così “la necessità di superare la logica del solo aspetto reddituale ed individuale prevista oggi dal metodo Isee che, per giunta – si legge nella relazione alla pdl – non tiene neanche conto del reale reddito familiare, al fine di valutare, secondo un paniere più ampio di criteri, i reali bisogni delle famiglie, in particolare quelle numerose, quelle con figli al di sotto dei 26 anni e con ultra 65 non autosufficienti a carico. Nonché quelle con persone in condizioni di disabilità psicofisica, con donne in gravidanza o con persone in condizioni, anche se temporanee di disagio economico e lavorativo”.
Nella sua proposta, Navazio fa notare come la “nostra Regione non abbia completamente recepito un principio costituzionale fondamentale sancito dall’art. 29 della Costituzione secondo cui ’la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. E parla inoltre del sostegno alla maternità, “altro aspetto rilevante soprattutto sotto il profilo etico, come pure garantire un supporto concreto alle donne che lavorano, per garantire loro di conciliare famiglia e lavoro”.
Nello specifico, la proposta di legge, nel valutare la differente situazione economico – sociale delle famiglie stabilendo l’ordine di priorità degli aventi titolo sulla base del Quoziente familiare Basilicata definito secondo i seguenti criteri, prevede:
• reddito complessivo del nucleo familiare al netto dell’IRPEF;
• numero dei componenti della famiglia ivi compresi figli concepiti, adottivi o in regime di affidamento nonché altri soggetti a carico;
• numero dei componenti del nucleo familiare con età inferiore a ventisei anni;
• presenza di soggetti ultrasessantacinquenni non autosufficienti ovvero parzialmente non autosufficienti;
• presenza di soggetti portatori di handicap fisico e/o psichico;
• condizione lavorativa dei componenti del nucleo familiare.
In conclusione, una proposta di legge “che affermi il principio costituzionale della famiglia – afferma ancora Navazio – e che si fonda sull’analisi della società lucana che vive, da troppo tempo, una stagione fondata sull’incertezza e sulla precarietà. Una realtà generata evidentemente dalla disattenzione delle forze politiche che, invece di mettere al centro delle proprie strategie la famiglia, per sostenerne sviluppo e crescita, la pongono ai margini, spesso strumentalizzandola per finalità incomprensibili all’opinione pubblica”. Navazio al contrario prende posizione “in favore della famiglia, per valorizzarla nelle sue funzioni sociali e per darle una voce nei confronti di tutti coloro che, indistintamente, parlano di etica e morale senza accorgersi che il luogo per eccellenza dove il comportamento etico-morale deve essere promosso e garantito è proprio quella famiglia che trascurano”.
La proposta di legge sarà a breve al centro di un confronto innanzitutto con le associazioni che fanno capo alla tutela e salvaguardia della famiglia per poi discuterne in un convegno alla presenza di studiosi e garanti della materia a livello nazionale.