Deflazione, Napoli: ai vertici della graduatoria c’è Potenza

Il Presidente del Gruppo regionale di Forza Italia commenta i dati pubblicati oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica

&ldquo;L&rsquo; Italia &egrave; in deflazione, &egrave; dal 1959 che non accadeva secondo l&rsquo;Istat e Potenza &egrave; al secondo posto tra le citt&agrave; d&rsquo;Italia, dopo Bari, per quanto concerne il fenomeno della deflazione, cio&egrave; la diminuzione dell&rsquo;indice dei prezzi al consumo di beni e servizi, che nel nostro capoluogo ha fatto registrare tra il 2015 e il 2016 un calo del livello dei prezzi dello 0,7 per cento&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto sostiene Michele Napoli, presidente del Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, che nel commentare i dati pubblicati oggi dall&rsquo;Istituto Nazionale di Statistica sulla scia della rilevazione di qualche giorno fa della Cgia di Mestre sull&rsquo;andamento degli indici dei prezzi al consumo in Italia nei primi 11 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sottolinea come &ldquo;la deflazione, ossia una riduzione generalizzata del livello dei prezzi delle merci e dei servizi, &egrave; solo apparentemente un bene perch&eacute; se da un lato consente ai cittadini di acquistare ci&ograve; di cui necessitano ad un prezzo pi&ugrave; basso di quello normalmente pagato, in realt&agrave; &egrave; il sintono per eccellenza di una domanda interna estremamente debole e di una spirale economica recessiva&rdquo;.<br /><br />Leggendo, in particolare, il report della Confederazione degli artigiani e piccole imprese di Mestre, Napoli prosegue: &ldquo;si scopre che i maggiori ribassi riguardano i prodotti tecnologici (computer, apparecchi per la telefonia, tv e dvd), quelli energetici (gasolio per riscaldamento, per auto ed altri carburanti) ed infine i prodotti alimentari (soprattutto ortaggi e cereali)&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La deflazione spiega il capogruppo di Forza Italia – funziona esattamente come i saldi, vale a dire nessuno compra in un negozio il giorno prima che comincino i saldi e tende a posticipare gli acquisti e, quindi, il consumo di beni e servizi il pi&ugrave; a lungo possibile, costringendo cos&igrave; i produttori, preoccupati di non vendere, ad abbassare i prezzi dei loro prodotti&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ma tale meccanismo – puntualizza Napoli – genera a lungo andare effetti recessivi molto gravi e veri e propri periodi di stagnazione economica che finiscono per ripercuotersi sulle finanze pubbliche oltre che sull&rsquo;apparato produttivo regionale. Di qui l&rsquo;esigenza &ndash; conclude – anzi la necessit&agrave;, di porre in essere misure economiche che favoriscano la ripresa del clima di fiducia dei consumatori, incrementando la domanda interna di beni e servizi e favorendo la ripresa economica di un&rsquo;economia, quella lucana, da troppo tempo in debito di ossigeno&rdquo;.<br />

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