Commissione decommissioning nucleare su dimissioni Ad Casale

 "L’AD di Sogin si è dimesso, ultimo capitolo di una vicenda tutta in negativo – osserva – in una nota –  la Commissione scientifica sul decommissioning nucleare. "Dopo la gaffe sulla proposta di un indagato come presidente dell’Agenzia per la sicurezza, l’ISIN, che peraltro non è stata ancora istituita, il Governo si è come immobilizzato: niente mappa dei siti idonei per il deposito nazionale delle scorie, la CNAPI, che sta girando dai primi di maggio tra Sogin, Ispra e Ministero dell’Ambiente; il ritardo della presentazione alla UE del piano nazionale per la gestione delle scorie – il documento nel quale dovrebbero essere inquadrate procedure e azioni – ha superato ogni ragionevolezza e la Sogin, la società “attuatrice” dello smantellamento, dopo un decennio veramente buio sta additittura sprofondando."
La critica più forte della Commissione è però sul terreno della sicurezza: “Il Governo ha sottovalutato pesantemente la complessità delle azioni necessarie per uscire in sicurezza dal nucleare, delegando troppo alla Sogin senza fornire il contesto e gli atti di indirizzo necessari. Il quadro che si è così determinato pregiudica purtroppo proprio la sicurezza: basta guardare al progetto di cementazione delle scorie di Saluggia che si sta vergognosamente trascinando oltre ogni scadenza o al fatto che il Dipartimento nucleare di ISPRA, l’attuale massima istituzione di controllo, si è ridotto a 25 persone!”
“E’ assai grave che un governo che si vuole connotare per la sua azione riformatrice non voglia dispiegarla su un tema tanto delicato quanto quello della sicurezza dei cittadini, una sottovalutazione analoga a quella che nel 2003 portò il governo Berlusconi al famigerato decreto ‘Scanzano’, reso per fortuna inefficace da una storica mobilitazione di tutta la Basilicata” conclude la Commissione.

BAS 05

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