“Oggi a Roma si è riaperta la trattativa tra governo e sindacati per il comparto della sanità pubblica e privata. Come FP CGIL chiederemo il miglioramento delle condizioni di lavoro e la restituzione della dignità agli operatori che, in tutti questi anni, hanno ingiustamente sacrificato salari e professionalità. La nostra proposta riguarderà i diritti, le tutele, il benessere organizzativo e lo sviluppo professionale”. Lo afferma, in un comunicato stampa, Roberta Laurino, Segretario Generale FP CGIL Basilicata.
“Dopo l’accordo del 30 novembre 2016 – continua la nota – i decreti di modifica del testo unico sul pubblico impiego e la discussione sulla legge di bilancio, ora dobbiamo tradurre i buoni propositi in testi contrattuali, provando anche a ridurre la disuguaglianza tra pubblico e privato, settore quest’ultimo dove si soffre di più la pervasività del dumping contrattuale, del precariato, dei diversi modelli di accreditamento delle strutture che provocano riflessi diretti sui trattamenti dei lavoratori e sulle retribuzioni.
Sono otto anni per i 470 mila addetti della sanità pubblica, e dieci per i 130 mila di quella privata, che i lavoratori del settore attendono il rinnovo del contratto. L’obiettivo è un contratto innovativo che ‘interpreti’ il lavoro che è cambiato e che cambierà, restituendo valore a tutto il sistema sanitario.
Al primo punto della piattaforma, l’assoluto bisogno di migliorare la qualità del lavoro e dei servizi sanitari, uscendo dalla logica punitiva che ha contraddistinto tante delle ultime norme in tema di rapporto di lavoro, che vanno profondamente riviste. Nello stesso tempo va rivisto il ruolo della contrattazione, portando in carico alle aziende le materie attribuite solo formalmente al confronto.
Inoltre, il blocco del turnover e il perdurare di una situazione di costante diminuzione d’investimenti economici sul personale e sull’adeguamento degli organici ai reali fabbisogni, hanno determinato in questi anni importanti situazioni di disagio organizzativo e ripercussioni sulla qualità dei servizi erogati. E’ necessario, quindi, costruire percorsi che favoriscano il benessere organizzativo e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, con particolare attenzione alle pari opportunità, così come è importante coniugare la realizzazione dei fabbisogni individuali di crescita e il raggiungimento degli obiettivi organizzativi, oltre ad una corretta politica sugli orari che garantisca il recupero psicofisico. Andranno, inoltre, trovate soluzioni idonee al tema dell’invecchiamento dei lavoratori e garantire investimenti concreti sulla formazione, che deve essere realmente un diritto per tutti.
Il contratto nazionale sarà il primo grande passo a cui dovrà seguire un cambiamento delle politiche nazionali e regionali su sanità e welfare che, tra tagli e privatizzazioni, sono profondamente in crisi nonostante continuano a rappresentare una delle poche politiche percorribili di sviluppo e di opportunità occupazionali”.
bas04