Castelgrande (Pdci), manovra governo ingiusta e iniqua

“La manovra, ancora in discussione in questo clima di totale marasma in cui vive l’intero Parlamento, se mai arriverà in dirittura di arrivo penalizzerà solo e sempre gli stessi. Il pasticcio finale troverà il suo epilogo nei tagli e restrizioni solo per i pubblici dipendenti con un ulteriore colpo alla Pubblica Amministrazione. Attenti a non smantellare lo Stato e i servizi pubblici, perché questa è l’anticamera ad un regime strutturato dove sopravvivranno i più forti a scapito dei deboli”. Così il segretario provinciale di Potenza del Pdci, Francesco Castelgrande. “La cosa che più sconcerta è che maggioranza ed opposizione parlamentari sono d’accordo per infliggere un ulteriore ridimensionamento al servizio pubblico. Smettiamola col dire che i dipendenti pubblici sono dei fannulloni e basta, perché se questo Paese ancora regge, bisogna dire grazie a chi con abnegazione svolge il proprio dovere a vantaggio dei cittadini: basti pensare alla sanità, ai servizi sociali, alla scuola e a tutti quei dipendenti che operano in settori nevralgici della Pubblica Amministrazione. Un altro esempio è dato da tutti quei dipendenti – ha detto Castelgrande – che nell’ambito dei Beni Culturali operano per far conoscere i nostri tesori e prestano la loro opera anche e soprattutto nei giorni festivi e anche di notte, nonostante i numerosi tagli alla Cultura. Un grave errore che si commette con questa manovra ingiusta ed iniqua (di macelleria sociale) è che non c’è futuro per i nostri giovani, i quali non avranno sbocchi occupazionali, visto che non ci sarà turn-over in quanto la pensione si allunga sempre più. Allora non scandalizziamoci che il precariato ormai è la forma più stabile nel nostro Paese, con il risultato che i nostri figli mai raggiungeranno i 40 anni di contributi. Restano in primo piano solo le chiacchiere e le promesse dei tagli ai privilegi e alla politica: non vi è volontà di scontentare i “produttori” di voti e allora si interviene con immediatezza sulle classi deboli, rinviando sine die tutto il resto. I diritti acquisiti o si toccano per tutti o non si discute. Noi comunisti ancor più convintamene – conclude l’esponente dei Comunisti Italiani – saremo al fianco di tutte quelle forze sindacali che il giorno 6 settembre riempiranno le piazze di tutta Italia con il lavoratori e i dipendenti che ormai sono allo stremo. Colpire i redditi, mettere le mani sulla tredicesima e sul Tfr porterà al blocco della crescita e dei consumi con ulteriori aggravi sul fronte occupazionale e dello sviluppo”.
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