Benedetto: “cogliere opportunità Contratto di sviluppo”

Il presidente del gruppo Idv nel sottolineare l’utilità del nuovo strumento economico evidenzia la necessità di “orientare al meglio le proposte e di sostenerle con adeguata assistenza tecnica”

“Dopo gli impietosi dati del Rapporto Svimez 2011 sullo stato quasi comatoso dell’apparato produttivo ed industriale nel Mezzogiorno non possiamo perdere quello che è l’ultimo treno che passa per il Sud. Si tratta del Contratto di Sviluppo, un nuovo strumento da oggi operativo, destinato a sostituire i Contratti di programma e i vecchi Patti di localizzazione, che punta ad attrarre investimenti produttivi, anche esteri, e alla realizzazione di progetti di sviluppo d'impresa rilevanti per il rafforzamento della struttura produttiva del Paese, soprattutto nelle aree svantaggiate e nel Mezzogiorno”. E’ quanto sostiene il presidente del Gruppo Idv in Consiglio regionale, Nicola Benedetto.

Nel sottolineare che “il Contratto di sviluppo, con una dotazione finanziaria iniziale di 400 milioni di euro, è finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, anche con il contributo delle Regioni coinvolte nei programmi e che Invitalia è il soggetto attuatore della misura”, l’esponente di Idv evidenzia “la necessità di orientare al meglio le proposte progettuali nei settori industriale, commerciale turistico e dei beni culturali e di sostenerle con adeguata assistenza tecnica. Anche il sistema bancario ed in generale del credito è chiamato ad una prova di ‘riparazione’ rispetto all’atteggiamento che lo contraddistingue al Sud decisamente poco collaborativo e disponibile”.

“Per la nostra regione – conclude Benedetto – assume una rilevanza strategica la possibilità di finanziare investimenti esclusivamente per attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli oltre che per potenziare l’offerta turistica e di servizi. Vale la pena ricordare l’iter estremamente innovativo prescelto che semplifica procedure, riduce i tempi per l’erogazione dei fondi e viene incontro anche alle specifiche esigenze delle piccole e medie imprese, favorendo anche progetto di ricerca e di sviluppo. Sono convinto che è un’opportunità da utilizzare al meglio tanto più che l’epoca dell’assistenzialismo di Stato e degli aiuti per non chiudere le fabbriche è definitivamente tramontata”.

    Condividi l'articolo su: