Assistenza territoriale, nessun arretramento

Latronico: "ll processo di riorganizzazione che stiamo portando avanti si fonda integralmente su un modello nazionale ed è orientato a potenziare la qualità dell’assistenza e a rendere più coerente e uniforme la presenza dei professionisti sul territorio".

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«Il processo di riorganizzazione dell’assistenza territoriale che stiamo portando avanti – dichiara l’assessore alla Salute, Politiche per la Persona e PNRR, Cosimo Latronico – si fonda integralmente sull’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) e sugli standard definiti a livello statale. Non si tratta di scelte discrezionali o sperimentazioni locali, ma dell’applicazione puntuale di un modello nazionale che tutte le Regioni sono tenute a rispettare. In questo contesto abbiamo adottato le misure necessarie per adeguare l’organizzazione dei servizi, valorizzando il ruolo delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e creando le condizioni per renderle pienamente operative nei 19 ambiti previsti. Il percorso avviato non solo risponde alle prescrizioni dell’ACN, ma è orientato a potenziare la qualità dell’assistenza e a rendere più coerente e uniforme la presenza dei professionisti sul territorio.

È quindi opportuno ribadire – prosegue l’assessore – che descrivere la Basilicata come in ritardo o come responsabile di criticità pregresse non rispecchia né il lavoro svolto né gli atti adottati in questi mesi. Abbiamo proceduto con tempestività all’attuazione del nuovo assetto, mentre gli avvisi pubblici per MMG e PLS non hanno registrato adesioni sufficienti a coprire tutte le sedi disponibili. Si tratta di una difficoltà che interessa molte aree del Paese e che non dipende dalle scelte organizzative locali. Per questa ragione, a gennaio saranno riproposti gli avvisi, così da colmare i fabbisogni ancora aperti e rafforzare la presenza medica nei distretti.

Un punto centrale del nuovo modello – aggiunge – riguarda la presa in carico della popolazione, in particolare dei pazienti cronici e fragili. I medici di medicina generale a ciclo di scelta svolgono un ruolo essenziale e intendiamo sostenerli in modo concreto, utilizzando le risorse dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR) per valorizzarne l’attività sul territorio. È la direzione stabilita dalle norme nazionali ed è il cardine dell’organizzazione che stiamo costruendo.

In merito al Ruolo Unico, previsto dall’ACN, desidero precisare che non rappresenta una penalizzazione per i medici né limita la loro autonomia professionale. Parliamo di uno strumento definito a livello nazionale che supera la storica distinzione tra attività a ciclo di scelta e attività oraria, senza incidere sui diritti contrattuali né sulle prerogative cliniche dei professionisti, garantendo di fatto, una perequazione professionale ed economica. Inoltre, l’AIR assicura retribuzioni aggiuntive per svolgere attività di tipo aggregativo AFT che superano le precedenti tipologie associazionistiche che non hanno contribuito a nessun valore aggiunto di sistema. Il contratto della dirigenza medica, spesso richiamato in maniera impropria, riguarda un ordinamento diverso e non si applica ai medici di medicina generale, che continuano a essere tutelati dall’ACN. Il Ruolo Unico, al contrario, consente una maggiore integrazione territoriale e una distribuzione più razionale dell’assistenza, evitando distorsioni e rafforzando il modello di presa in carico che il Paese sta costruendo.

Parallelamente, riteniamo necessario disciplinare in modo più equilibrato la copertura dei servizi territoriali, compresi i punti di continuità assistenziale, evitando situazioni retributive non conformi all’ACN e superando assetti che non risultano più sostenibili. Ottimizzare le risorse – conclude Latronico- significa assicurare turni compatibili con la sicurezza dei professionisti, una distribuzione equa dell’assistenza, il pieno rispetto dei limiti contrattuali e soprattutto, garantire la qualità dei servizi per i cittadini. Stiamo operando all’interno di un quadro programmato e coerente con le norme per garantire una risposta più efficace alle esigenze delle comunità lucane, utilizzando strumenti contrattuali, attesi da anni, per garantire cure effettive ai cittadini con una organizzazione che rispetti le caratteristiche impegnative del nostro territorio regionale».

 

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