Assemblea nazionale Enti locali. L’intervento di Lacorazza

“Il rischio che si corre, oggi, se non si concentra l’attenzione su alcune importanti cose concrete, è quello di indebolire la democrazia, già erosa dalla lunga fase di transizione italiana e dalla dura crisi economica. Le autonomie locali sono oramai uno scheletro che rischia di essere lasciato all'osteoporosi della confusione istituzionale e del patto di stabilità.
E' quanto ha espresso il presidente della Provincia di Potenza e componente della presidenza Upi Piero Lacorazza, nel suo intervento a Genova, all’assemblea nazionale degli Enti Locali del Pd.
“Vorrei fare – ha spiegato – alcuni esempi concreti per far comprendere concretamente cosa significhi la funzione di rappresentanza e di mediazione degli interessi che svolgono le autonomie locali e come questo incida sul grado di democrazia del nostro Paese. L'aumento del prezzo della benzina ha determinato e potrebbe determinare un incremento di utenti del trasporto pubblico. Saremo costretti a raddoppiare le corse? Il contratto con il gestore non lo permette e dunque ci sono solo due soluzioni. La prima consiste nel finanziare la nuova linea con i soldi del bilancio. Possibilità, resa oltremodo complicata dai tagli. La seconda soluzione comporta il dover tagliare i rami secchi, ovvero le linee con poche utenze e riattribuirle laddove serve un maggior servizio. Cosa peraltro già fatta per adeguare il Tpl al mutamento degli orari scolastici determinati dalla riforma. Pur essendo una scelta necessaria, quella di tagliare i rami secchi è una decisione che ti contrappone ad un altro comune, ad altri passeggeri, magari all'azienda o al sindacato che rappresenta gli interessi di un autista per il quale, ad esempio, quella linea è più agevole e meno costosa.
Chi svolge questa mediazione? Se salta la legittimità e la funzione delle autonomie locali, chi ricompone i vari interessi in gioco e aiuta, come nel caso del trasporto pubblico, coloro che ne hanno più bisogno?
Stesso discorso vale per la messa in sicurezza delle scuole. La prescrizione di un’Asl o dei Vigili del Fuoco o, ancora, un piccolo cedimento di un elemento strutturale e non strutturale di una scuola richiama obbligatoriamente gli enti ad intervenire. Magari ci sono anche i soldi per farlo, ma ci si trova al centro di interessi contrapposti tra lo sciopero degli studenti e il patto di stabilità che non consente di pagare l'impresa. La funzione di rappresentanza e di mediazione degli interessi è anche questa.
“Possiamo, infine, riflettere anche sulle emergenze. Pensiamo – ha sottolineato Lacorazza – all'emergenza neve: come si affronta, come si gestiscono le priorità, con quali mezzi e con quali risorse? E soprattutto come si interviene successivamente per trovare soluzioni ai danni causati da questi eventi?. Insomma indebolire il sistema delle autonomie locali rischia di far saltare il Paese. Stesso rischio si corre se non si interviene per rendere meno costoso e più efficiente lo Stato. Ovvero più moderna l'Italia. C’è dunque bisogno di una riforma vera, di definire le funzioni e il chi fa cosa. Questo è il punto vero sul quale incidere: tutti fanno tutto e di nessuno è la responsabilità. Questo tipo di Italia va superata senza soluzioni 'sbrigative'. Non è con meno democrazia e meno politica che riparte l'Italia. Per esempio: ci sono parlamentari selezionati e non eletti, e si fa un ricorso continuo a decreti leggi sui quali molte volte è stata posta fiducia. Un sistema molto semplificato ma che nel corso di questi ultimi anni, soprattutto con il Governo Berlusconi che aveva una larga maggioranza politica, non ha portato ad un’Italia migliore. E' in questo contesto e, credo, con questo approccio, che dovrebbe essere affrontato anche il tema del ruolo, delle funzioni, e del sistema elettorale delle province”.

BAS 05

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