Il consigliere regionale, Paolo Galante, insieme con i dirigenti di Realtà Italia, Enzo Paolino e Angelo Lamboglia, ritiene che: “Per ‘cambiare verso’ sull’ambiente serve un’Arpab indipendente e autonoma”
"La partita petrolio non è ancora finita. Ora c’è da vincere la sfida sulla questione ambientale". Ad affermarlo, in una nota congiunta, i dirigenti di Realtà Italia Paolo Galante, capogruppo regionale, Enzo Paolino, vice commissario regionale, e Angelo Lamboglia, commissario provinciale di Potenza, che intervengono nel dibattito scatenato dal decreto “Sblocca Italia”.<br /><br />“Segnato un punto fermo dal punto di vista economico (royalties fuori dal patto di stabilità, trasformazione della card benzina in card sociale, applicazione del Memorandum Regione-Stato del 2011), grazie ad una buona prova di collaborazione istituzionale fra i vertici della Regione Basilicata e i nostri rappresentanti in Parlamento, diventa improcrastinabile la necessità di affrontare in modo definitivo e strutturale il tema dei controlli ambientali. In questo senso – spiegano i dirigenti di Realtà Italia – va nella direzione giusta un dibattito in cui si valuti l’opportunità di dotarsi di strumenti di regolazione delle attività petrolifere quali la definizione di limiti alle emissioni e l’introduzione del piano di campionamento continuo e della Valutazione del danno sanitario. Allo stesso modo, vanno incoraggiati i tentativi di non rimandare ancora l’istituzione del registro regionale dei tumori, colmando così un grave ritardo rispetto alle altre regioni italiane”.<br /><br />“Ma tutto ciò – sostiene Realtà Italia – non è sufficiente. Per dirla alla Renzi, se vogliamo ‘cambiare verso’ sul tema del monitoraggio ambientale, occorre mettere mano ad una seria riforma dell’Arpab. Serve un’Arpab indipendente dalle logiche della politica e autonoma nella sua attività di monitoraggio, che deve essere continuo, trasparente ed attendibile. Bisogna puntare ad un organismo che non sia mai più luogo di spartizione partitica o correntizia. Al contrario, occorre rilanciare l’Agenzia e farla diventare centro di eccellenza nel settore, dove prevalgano criteri oggettivi di scelta e meccanismi di nomina quanto meno discrezionali possibili, curriculum di alto profilo, partnership con organismi nazionali e internazionali. Solo così essa potrà veder riconosciuta a se stessa quella autorevolezza messa in dubbio negli ultimi tempi dall’opinione pubblica”.<br /><br />“Un'Arpab come quella che noi immaginiamo possa venir fuori da un serio percorso di riforma – concludono Galante, Paolino e Lamboglia – può rappresentare un valore aggiunto non solo per il caso petrolio ma anche per contribuire ad affrontare con trasparenza e discontinuità tutte quelle emergenze ambientali che da tempo affliggono i territori generando sfiducia nella politica e nelle istituzioni”.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />