“E chi ricorderà adesso che la partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda, senza prevedere forme di compartecipazione, è una vecchia idea della destra sociale che io ho sostenuto dai banchi del Consiglio Regionale nella settima legislatura, passando per un “alieno”? Ma non mi interessa, dieci-dodici anni dopo, il riconoscimento di primogenitura quanto piuttosto la modalità di attuazione per introdurre in autunno nuove misure che oltre a superare il muro contro muro Fiat-lavoratori possano concretamente contribuire alla ripresa dell'attività economica del Paese”. A sostenerlo è il sen. Egidio Digilio (Fli) aggiungendo che “non va sprecata l’occasione offerta dall’a.d. Fiat Marchionne con il Patto Sociale sul modello sperimentato negli Usa alla Chrysler. E’ evidente che i lavoratori e i sindacati devono “cedere” qualcosa se si vuole realmente cambiare le relazioni industriali e superare la visione veterocomunista della contrapposizione tra operai e padroni e quindi l’impossibilità di concordare azioni che vadano bene per entrambi. Alcuni sindacati, come Cisl, Uil e Ugl, hanno già manifestato prime ed importanti aperture da cui diventa possibile partire perché ritengo che, nonostante i primi impegni dei Ministri Tremonti e Sacconi a provvedimenti, da subito, del Governo, la strada da seguire non è quella di un provvedimento governativo o parlamentare. Ad esso – spiega Digilio – ci si deve arrivare solo come punto conclusivo di un lungo e faticoso lavoro di concertazione sociale che contenga tutti gli elementi per una vera e propria riforma epocale, come fu quella che porta il nome di Marco Biagi, tra i quali la riduzione dell'imposizione sugli straordinari e in generale della pressione fiscali sui salari operai e la partecipazione agli utili dei lavoratori. Se questo modello di nuove relazioni industriali che richiede anche la modifica dell’attuale sistema di rappresentanza sindacale, superato nei fatti – afferma il senatore di Fli – si sta dimostrando estremamente importante in Germania dove negli ultimi tempi si registra una crescita economica significativa nel quadro generalizzato di rallentamento dei Paesi Europei, bisogna superare ogni forma di preclusione, specie se solo di natura ideologica. Già a settembre le Poste potrebbero dar vita a questa importante novità in vista del rinnovo del contratto nazionale. Per questo ritengo che la vicenda Fiat è la cartina al tornasole delle sfide politiche, sociali e tecnologiche che ci aspettano tutti per il futuro. Compito della politica – continua Digilio – è quello di venire incontro alle forze sociali ed imprenditoriali che rifiutano l’antagonismo e con coraggio vogliono seguire il percorso delle riforme a costo di accettare i sacrifici per salvare posti di lavoro e l’industria italiana dell’auto, stoppando ogni tentativo di delocalizzazione all’estero, con la prospettiva che quando la congiuntura economica lo consentirà ci siano profitti da redistribuire tra i lavoratori”.
(bas – 04)