“L'a.d. dell'Eni Paolo Scaroni avrebbe fatto bene a tacere e, commentando la vertenza degli operai Fiat di Melfi, a non esternare il pensiero dell’Eni dichiarando che l’Eni avrebbe qualche esitazione ad investire al Sud. Evidentemente non c’è alcun pudore da parte di chi rappresenta la società che ha depredato le risorse petrolifere lucane in cambio di una manciata di posti di lavoro e di promesse di sviluppo tutte da mantenere”. E’ quanto afferma il senatore Egidio Digilio (Fli) per il quale “se Scaroni intende rappresentare il pensiero di tanti imprenditori che stanno seguendo la vicenda di Melfi e la difficile partita del contratto di Pomigliano, non solo si arroga un diritto che non gli compete ma va richiamato alle proprie responsabilità e quindi diventa necessario chiedergli conto di come i profitti del petrolio lucano, al pari di quello della Nigeria, non hanno dato benefici alle comunità locali”.
A parere di Digilio “a metà strada tra il diritto dei lavoratori a tornare in produzione e la posizione rigida dell’Ad Fiat Marchionne, ribadita ieri al Meeting di Cl a Rimini, continua ad esserci il Presidente De Filippo che, invece di rappresentare la voce di indignazione di un’intera regione e quindi sostenere interessi concreti e locali, dichiara di condividere l’analisi del manager della casa automobilistica torinese sulle strategie planetarie”.
Per Digilio “il patto sociale indicato da Marchionne non si può realizzare a senso unico con l’annullamento di diritti dei lavoratori e il ruolo di spettatore della Regione”.
BAS 05