I lavori della presentazione del rapporto sull’agricoltura sono stati aperti dal dirigente del dipartimento Agricoltura, Pietro Quinto, che ha evidenziato come le politiche del dipartimento siano state improntate, in questo anno di lavoro, ad una interazione con tutti gli attori del mondo agricolo a partire dalle organizzazioni e dagli ordini professionali impegnandosi in vari segmenti produttivi. Inoltre, il direttore ha illustrato nel dettaglio, i bandi principali del Psr come quelli sull’agroenergie, sul ricambio generazionale nelle aziende, sull’innovazione tecnologica, sull’agroambiente, sui servizi al territorio e, in particolare, sui programmi integrati di filiera. Tutte misure rivolte a dare risposte al mondo agricolo in una visione di agricoltura multifunzionale che è alla base del rapporto sull’agricoltura presentato oggi e che indica gli orizzonti della programmazione per l’immediato futuro.
Il Commissario dell’Alsia, Paolo Galante, ha sottolineato come il rapporto sia arrivato in un momento particolarmente delicato per l’intero comparto agricolo a causa della crisi economica generale e per la riduzione dei prezzi delle materie prime. “Occorre continuare – ha aggiunto Galante – nella piena sinergia fra Dipartimento regionale e Alsia così come abbiamo sperimentato con il provvedimento che assegna i beni dell’ex Esab che ha dato la possibilità a chi ne aveva diritto di riscattare i terreni”. “Inoltre – ha concluso Galante – occorre rilanciare i servizi di sviluppo agricolo che rappresentano il fulcro di un’agricoltura di qualità”.
Nel suo intervento, il presidente della Terza commissione consiliare Agricoltura, Francesco Mollica, ha detto che “la presentazione del rapporto sull’agricoltura rappresenta il miglior modo di rivedere e ripensare le azioni che le istituzioni devono realizzare mettendo al centro l’uomo inteso come addetto all’agricoltura in senso lato, in simbiosi con il settore primario, in un sistema economico nel quale la regione deve svolgere azioni di tutela soprattutto di chi lavora. Occorre, insomma, ripensare l’agricoltura come ruralità e riposizionandola coerentemente con la complessità del tempo attuale”.