Latronico: lettura fuorviante dati Gimbe 2023

"Rinuncia alle cure: il problema è complesso e riguarda l'accessibilità economica, l'organizzazione del sistema nazionale e le disuguaglianze territoriale. La Basilicata non è in emergenza sanitaria, ma una realtà che sta lavorando per garantire equità e qualità".

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L'assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico

La narrazione secondo cui “60 mila lucani rinunciano alle cure perché la sanità è scadente” è fuorviante. Il problema è complesso e riguarda l’accessibilità economica, l’organizzazione del sistema nazionale e le disuguaglianze territoriali. La Basilicata, pur con le sue sfide, non è una regione in emergenza sanitaria, ma una realtà che sta lavorando per garantire equità e qualità.
I dati diffusi dalla Fondazione Gimbe, riferiti al 2023, meritano una riflessione più ampia e meno allarmistica. È fondamentale chiarire che non si tratta di un problema di qualità del sistema sanitario lucano, ma di accessibilità e condizioni socioeconomiche che influenzano la fruizione dei servizi. Il numero citato è una stima basata su percentuali generali e non su rilevazioni dirette. Secondo altri dati Gimbe, riferiti sempre al 2023, la percentuale di rinuncia alle cure in Basilicata era del 6,7%, inferiore alla media nazionale del 7,6%. Questo dimostra che la Basilicata, pur con le sue criticità, non è tra le regioni peggiori in termini di accesso alle cure. La Basilicata, inoltre, è tra le poche regioni del Sud ad aver rispettato i LEA, ovvero gli standard minimi di assistenza sanitaria garantiti a tutti i cittadini. Questo è un indicatore oggettivo della qualità del servizio sanitario regionale che non può essere ignorato o confuso con i problemi di accesso.
La rinuncia alle cure è un fenomeno che colpisce tutto il Mezzogiorno, non solo la Basilicata. È legato a fattori strutturali come i redditi più bassi e la spesa sanitaria privata pro-capite inferiore (377 euro in Basilicata contro i 730 di media nazionale). Anche la carenza di personale medico e infermieristico incide, ma la Regione Basilicata, che sta investendo in un modello di cura vicino alle persone, ha previsto 1.623 nuove assunzioni tra medici, infermieri e personale sanitario nel corso del 2025.
Il problema, dunque, non è la qualità della sanità lucana. È l’accessibilità. È il fatto che in una terra dove il reddito medio è più basso e la spesa sanitaria privata è la metà di quella nazionale, anche una visita può diventare un lusso. È il fatto che il sistema sanitario nazionale, non solo quello lucano, è storicamente sottofinanziato, sotto stress e sotto organico. La Regione Basilicata non sta a guardare. Sta investendo, sta assumendo, sta digitalizzando. E soprattutto, sta ascoltando. Perché la sanità non è solo una questione di numeri, ma di persone.

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