La “via Appia” di Matera ci riprova

L'inserimento del tratto materano della "Via Appia regina viarum" nel patrimonio Unesco torna all'attenzione del governo nazionale dopo l'esclusione di luglio scorso. Il sottosegretario Mazzi sorpreso per il non coinvolgimento di Matera. Si va verso un'integrazione dei documenti previsti.

Qui Basilicata - Cultura, storia e radici

Matera ci riprova. Dopo l’esclusione di luglio scorso la città dei Sassi tenta una nuova procedura per l’inserimento del tratto materano della “Via Appia regina viarum” nel patrimonio Unesco. Nel corso di un vertice che si è tenuto a Roma, al Ministero della Cultura, a cui ha partecipato anche il sindaco Bennardi, il sottosegretario Mazzi ha garantito il massimo impegno del ministero nel rivedere e integrare la documentazione dal punto di vista tecnico-scientifico. Il sottosegretario ha avuto parole di apprezzamento e comprensione per tutti i sindaci, presenti o collegati in remoto, da Latina alla Puglia tarantina e barese (Santeramo, Castellaneta, Laterza, Altamura e Santeramo) con Matera, verso la quale Mazzi ha espresso la sua personale e particolare meraviglia dopo la notizia dell’esclusione.

Una decisione, quest’ultima, motivata da una certa carenza riscontrata da “Icomos”, l’organismo internazionale indipendente che vaglia le candidature per conto dei 21 Paesi Unesco, sulla documentazione archeologica inserita nel dossier del sito lucano e di quelli pugliesi, ritenuta insufficiente e non autentica per dimostrare la storia di questi tratti di strada. Nel frattempo la Via Appia apulo-lucana esclusa, come ha rimarcato Mazzi, resta comunque un patrimonio storico italiano dei territori di riferimento; e come tale ricompresa nel novero di regina viarum, quindi destinataria di tutte le risorse economiche che il ministero riterrà di voler stanziare.

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