Sanità, al San Carlo parte la chirurgia del dolore

Tecnica riservata ai pazienti con gravi problemi ortopedici che non possono essere sottoposti a un intervento maggiore per diversi problemi di salute

Con l’adozione delle tecniche chirurgiche di “neuromodulazione del dolore” si arricchisce l’offerta del San Carlo per un “ospedale senza dolore”.  Questo nuovo fronte terapeutico è stato aperto, con una seduta congiunta che ha visto operare insieme l’anestesista specializzato in terapia del dolore Giardina e l’ortopedico esperto di chirurgia vertebrale Bochicchio. Quattro gli interventi effettuati: uno alla spalla, due al ginocchio, uno alla regione sacro-illiaca.
La tecnica è riservata ai pazienti con gravi problemi ortopedici che non possono essere sottoposti a un intervento maggiore per diversi problemi di salute (obesità, ipertensione, rischi cardiovascolari). Per questi soggetti quindi si punterà a questa metodica mini-invasiva per migliorare la qualità della vita agendo sul fattore dolore.
Con l’uso delle radiofrequenze si produce calore che “stordisce” il nervo interessato per un periodo che va da sei a dodici mesi e in cui, riducendosi l’attività del nervo, la percezione del dolore sarà ridotta. L’intervento, mininvasivo, è effettuato in day surgery e così il paziente la sera stessa può ritornare a casa.
“Lo sviluppo di attività terapeutiche sul fronte della lotta al dolore – spiega il direttore sanitario Bruno Mandarino – è un’importante espressione della nostra attenzione ai percorsi di umanizzazione delle cure e al benessere dei pazienti. La modalità originale di collaborazione tra due reparti (Ortopedia e Anestesia) finora connessi da un rapporto molto tradizionale (l’anestesista “addormenta”, il chirurgo “taglia”) è il segnale forte di un’Azienda all’avanguardia nelle innovazioni di processo per migliorare l’offerta sanitaria. E nei prossimi mesi ci sarà un ulteriore incremento delle prestazioni di cura del dolore: le prestazioni più complesse sono infatti attestate al San Carlo perché la Regione ci ha riconosciuto il ruolo di hub di secondo livello”.

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