Nel corso nel 2012 sono stati 122 i lucani che hanno lasciato il proprio impiego convalidando le dimissioni negli uffici dell’Ispettorato del Lavoro. Di questi 120 sono donne e 2 sono uomini. La pratica della convalida negli uffici territoriali, finalizzata a far emergere il fenomeno delle cosiddette “dimissioni in bianco”, attraverso la compilazione di un apposito questionario che l’Ispettorato sottopone ai dimissionari, ha evidenziato un importante fattore, ovvero le ragioni che hanno indotto alle dimissioni. In ben 108 casi su 122, le ragioni delle dimissioni sono da attribuirsi all’impossibilità di conciliare il lavoro con la gestione della famiglia. Da sottolineare che tra questi non rientrano i due uomini in quanto i padri lavoratori, in entrambi i casi, hanno lasciato il lavoro per “passaggio ad altra azienda”. In sostanza sono le donne a lasciare il lavoro quando diventano madri o quando non riescono più a far fronte alle difficoltà derivanti dalla genitorialità per problematiche connesse alla cura dei figli.
Analizzando i dati e le motivazioni addotte alle decisioni delle dimissionarie, emerge che: 73 donne si sono dimesse per “desiderio di prendersi cura della prole in maniera esclusiva”; 18 per “incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per assenza di parenti di supporto”; 12 per “incompatibilità tra occupazione lavorativa e assistenza al neonato per mancanza accoglimento al nido”; 5 per “elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato (asilo nido o baby sitter), costi che n molti casi possono assorbire il salario della madre. Negli altri casi i motivi delle dimissioni sono stati: “passaggio ad altra azienda (4 donne e 2 uomini); 1 per “mancata concessione del part-time/orario flessibile/modifica turni di lavoro”; 7 per “cambio di residenza o distanza tra luogo di residenza e sede di lavoro o per ricongiungimento al coniuge”. La maternità, quindi, coincide ancora con l’abbandono del posto di lavoro.
Rapportando i dati del 2012 con quelli dell’anno precedente, quando le dimissioni convalidate erano 114, emerge che si è verificato un incremento di circa l’8 per cento, sostanzialmente in linea con quanto accaduto a livello nazionale dove l’aumento è stato del 9 per cento, con dati che sono passati da 17.681 (2011) a 19.187 (2012). Anche le motivazione sono praticamente inalterate in quanto le ragioni che spingono all’abbandono del lavoro sono quasi esclusivamente da ricercarsi nella nascita di uno o più figli e i tempi in cui le donne decidono di rimanere a casa coincidono con la maternità o comunque entro i primi tre anni di vita del bambino.
zac