Sulla rimodulazione dei ticket sanitari interviene la responsabile della Consulta donne DC-Libertas Maria Notargiacomo, la quale sottolinea che “sono soprattutto le donne e quelle della terza età a rinunciare a cura e prevenzione perché siamo di fronte al ticket più alto d’Italia oltre al fenomeno delle liste di attesa che scoraggia il più delle volte il ricorso alle strutture pubbliche e di fatto costringe a rivolgersi a quelle private. Accade che in una famiglia monoreddito – aggiunge – è sempre la madre a rinunciare magari ad accertamenti diagnostici per la propria salute a favore dei figli che ne hanno bisogno o che sia la pensionata al minimo a rifiutare le prestazioni a pagamento, perché per una serie di esami lo specialista riceve solo al proprio studio privato. Per noi che abbiamo firmato la petizione popolare contro i ticket promossa dal Comitato di Crisi delle strutture della sanità privata (Sanità Futura, Anisap, Federlab, Federbiologi e Fenasp) con 13 mila adesioni – conclude – abolire completamente il sistema dei ticket è non solo una necessità ma anche una concreta possibilità tenuto conto che il nostro sistema sanitario regionale ha le carte in regola ed ha solo bisogno di eliminare sprechi che si annidano negli ospedali e nelle troppe convenzioni pagate a Università e Centri extraregionali”.
bas 06