“La costituzione dell’Arppa (Associazione Piccoli Produttori Agricoli), a sostegno del consistente reticolo di piccole e medie aziende agricole caratterizzate dal lavoro quasi esclusivamente familiare in gran parte ad indirizzo misto orticolo-olivicolo-viticolo, zootecnico cerealicolo, silvo-forestale e solo in pochissimi casi ad indirizzo monoculturale, è stata decisa al termine di un seminario sul tema ‘Tutela e valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari locali: semplificazione delle procedure e degli adempimenti per le lavorazioni e la vendita diretta’. AE’ quanto si legge in un comunicato della Cia Basilicata. Tra le proposte di lavoro: rafforzare la rete di “Spesa in campagna”e quella dei circuiti brevi di commercializzazione e vendita diretta; avviare una valutazione sul Pacchetto qualità.
“Quello delle piccole produzioni agro-alimentari lucane – spiega la Cia – è un segmento diffuso. Tali aziende – evidenzia Donato Distefano, presidente Cia Basilicata – producono alimenti di elevata qualità e tipicità con ricadute non solo sulla microeconomia ma su fattori determinanti quali il presidio del territorio (specie montano), la ruralità, il paesaggio agrario, l’agriturismo . I quantitativi per la vendita, che avviene prevalentemente in ambito locale e di prossimità, sono di modesta entità. Queste aziende svolgono una strategica funzione di mantenimento della biodiversità, di presidio e difesa del territorio, di preservazione delle risorse naturali, di tutela del paesaggio agrario e della enogastronomica e ed in generali della cultura e delle tradizioni locali. Tale realtà rischia però di contrarsi fortemente in ragione della rigidità e della complessità delle vigenti normative che regolano e disciplinano i processi di produzione, la commercializzazione di prodotti primari e/o trasformati anche di quantità modesta”.
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