Il vicepresidente della Commissione regionale dei lucani all’estero ha partecipato a Berna ad una manifestazione per i 150 anni dell’unità d’Italia
“Mentre nel nostro Paese il presidente Napolitano invitava gli Italiani a rifuggire dalle spinte separatiste della Lega, a riprendere lo spirito solidaristico tra tutti gli Italiani e a restare uniti per non compromettere lo sviluppo economico, già fortemente in crisi, nella vicina Svizzera e precisamente a Berna il sentimento patriottico echeggiava dai nostri connazionali emigrati, che hanno voluto celebrare, lo scorso 1 ottobre, i 150 anni dell’unità d’Italia con una grande manifestazione”. Lo rende noto il vicepresidente della Commissione regionale dei lucani all’estero, Francesco Mollica, che ha partecipato alla manifestazione portando il saluto del presidente della Regione Vito De Filippo, del presidente del Consiglio regionale Vincenzo Folino e del presidente della Crle Antonio Di Sanza. Per Mollica “è veramente notevole lo sforzo profuso dall’associazione lucana di Berna e dall’associazione lucana femminile che, unitamente ad altre associazioni di comunità regionali italiane ha promosso ed organizzato un evento culturale, di spettacolo e gastronomico, di grande portata coinvolgendo oltre 10.000 visitatori. E, se la nostra comunità è perfettamente e positivamente integrati nella realtà Svizzera, in quel contesto si percepiva il pathos del profondo legame che tiene unite, in modo invisibile ma indissolubile, le ‘due Basilicate’: una delineata da confini geografici , l’altra composta dai tanti lucani emigrati nel mondo. Non a caso la comunità lucana in Svizzera è la più numerosa”.
La celebrazione solenne ha avuto inizio con le note dei due inni, svizzero ed italiano. “Non sono mancati pensieri di profonda preoccupazione – afferma ancora Mollica – per lo stato di crisi che attraversa il nostro Paese soprattutto in merito alla crescita della disoccupazione giovanile che ha, inevitabilmente, rievocato quella ‘diaspora’ che li ha visti protagonisti nei tempi passati e che, anche se oggi positivamente amalgamati nel tessuto sociale, ricordano con molta sofferenza. Si percepiva il monito del presidente Napolitano e aleggiava il dispiacere per un futuro di impoverimento culturale della terra d’origine, anche se consumato in chiave moderna, non più scene di valigie di cartone in movimento ma computers e laurea. Sono proprio questi momenti che fanno riflettere sulla grande valenza sociale della Commissione regionale dei lucani all’estero e sulla necessità di concentrare tutti gli sforzi per non spezzare il legame con quanti di noi, costretti ad abbandonare le proprie certezze per ciò che di sicuro ancora non era, a perdere i propri compagni di vita, a rinunciare agli affetti, non possono e non vogliono recidere il cordone ombelicale con la nostra Regione. Bisogna far prevalere le ragioni del cuore, ricordando che ‘siamo nati con l'istinto dell'unione, dell'associazione e delle comunanza propri del genere umano’”.