“L’incontro di mercoledì prossimo a Roma con il Santo Padre, al di là del profondo significato religioso e quindi di fede, per la presenza di tanti amministratori regionali e locali ed esponenti politici, assume anche un altro significato che può arricchire l’intera comunità regionale”. A sostenerlo è il segretario regionale della Basilicata della Dc Giuseppe Potenza, sottolineando che “l’auspicio di tutti i lucani è che nella preghiera i nostri amministratori e politici rinnovino un impegno per il bene comune. Ai politici cattolici, i vescovi lucani come hanno più volte non chiedono un'unità di partito, ma come ha sostenuto il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, si chiede l'unità sui temi, sui valori morali di fondo, un'unità che non è costituire una parte precisa, ma è una unità valoriale. Sono parole che fanno seguito – continua Potenza – a quelle del Papa quando, solo qualche tempo fa, rivolgeva un appello ai politici perché pensino solo al bene comune. La Basilicata che si presenta a Benedetto XVI è ovviamente molto diversa da quella che conobbe Giovanni Paolo Secondo in occasione della tragedia del terremoto del 1980 che ha lasciato segni profondi in tutte le coscienze ma oggi come allora c’è ancora un forte desiderio di riscatto civile e sociale della nostra gente che chiede di essere interpretato ed aiutato a realizzarsi. Da qui la “particolare urgenza” di formare il laicato cattolico alla dottrina sociale della Chiesa, per rispondere da “cittadini liberi e responsabili” al “dovere immediato di lavorare per un ordine sociale giusto”, sempre affiancati da sacerdoti e vescovi capaci di offrire “un indispensabile sostegno e aiuti spirituale alla coerente testimonianza laicale nel sociale”. Sono convinto – conclude Potenza – che il ritorno da Roma per la nostra classe dirigente possa rappresentare una svolta nel modo di fare politica a partire da una maggiore attenzione ai temi della famiglia, degli anziani, dei disabili come dei senza lavoro e dei poveri che continuano a rappresentare anche da noi un’emergenza sociale”.
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