“Raccolgo la proposta del dottor Cannizzaro di tenere un dibattito pubblico, a più voci, perché dopo l’archiviazione di tutte le persone coinvolte nell’inchiesta Toghe Lucane, non si può archiviare quanto è successo, come se si trattasse di un episodio di “Scherzi a parte”. Qualcuno, oltre all’ex magistrato De Magistris, che si è rifugiato al Parlamento Europeo e che ha collezionato la trentesima archiviazione su trenta inchieste aperte, dovrà pure rispondere della campagna sulla “cupola di malaffare” in Basilicata che ha prodotto danni all’immagine della regione e alla coscienza civile delle sue comunità”. E’ quanto sostiene il senatore e coordinatore regionale di Fli di Basilicata Egidio Digilio, aggiungendo che “anche se non sarà possibile risarcire imputati e famiglie della gogna mediatica almeno sul piano politico possiamo e dobbiamo ristabilire la verità e restituire alla loro dignità tutte le persone coinvolte. Vale per Cannizzaro come per il senatore Bubbico, per il presidente De Filippo, per Buccico, per l’ex Pm Genovese, per l’imprenditore Vitale. Per chi come me sin dal primo momento, come è agli atti della mia attività da consigliere regionale sino ai più recenti da parlamentare, non ha mai creduto nella fantasiosa tesi del comitato di affari – aggiunge Digilio – oggi è una giornata particolare, perché possiamo dire che la giustizia quando non è accecata da prevenzioni o da altri interessi è giusta. Purtroppo in tutti questi anni abbiamo assistito, intorno alla diffusione della tesi del comitato di affari, al tentativo di demolire l’immagine attraverso amministratori pubblici, magistrati, imprenditori, professionisti, di una comunità regionale che è stata per lungo tempo sulle prime pagine dei giornali nazionali additata al rango di comunità di malaffare sino al punto che una sorte di “sindrome” della giustizia ha pervaso i Palazzi della Regione e le istituzioni frenando, di fatto, l’attività amministrativa e di gestione. Attività imprenditoriali come quelle di Marinagri a Policoro e Serramarina a Bernalda hanno subito danni economici diretti per l’accanimento giudiziario che si è concluso, per entrambe le vicende, come una bolla di sapone. In occasione della manifestazione di Libera a Potenza, come è noto, non ho certo lesinato critiche al sistema di potere di De Filippo ma – sottolinea – sono rilievi solo ed esclusivamente di natura politica perché, in una dozzina di anni di frequentazione del Consiglio regionale, non ho mai avuto sentore di fatti di rilevanza giudiziaria. E confermo – conclude – che la mia battaglia continuerà ad essere condotta politicamente per superare un metodo di governo regionale. Non ho mai affidato alla magistratura, come strada più semplice, il compito di sconfiggere il modello di gestione regionale che spetta invece agli elettori lucani”.
AS-Bas