Vita: puntare sulla cultura per sviluppo ed occupazione

Per il consigliere regionale del Psi “da Venezia può ripartire attraverso ‘Film Commission Basilicata’ l’impegno di sostegno a programmi e progetti culturali quali strumenti di rilancio per molta parte dell’economia italiana”

“L'idea che la cultura possa davvero diventare una colonna portante di un nuovo modello di crescita per il nostro Paese e per la Basilicata assume sempre più concretezza alla luce della presentazione ufficiale di ‘Film Commission Basilicata’ al Festival del Cinema di Venezia, come delle nuove iniziative a sostegno della candidatura di Matera capitale europea 2019, e a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico”. A sostenerlo è il capogruppo del Psi in Consiglio regionale, Rocco Vita, per il quale “proprio da Venezia può ripartire attraverso ‘Film Commission Basilicata’, con l’auspicio che si snelliscano procedure e tempi per l’istituzione della Fondazione e, quindi, per garantire l’immediata operatività, l’impegno di sostegno a programmi e progetti culturali quali strumenti di rilancio per molta parte dell’economia italiana, sicuramente una delle leve per ridare ossigeno ad un Paese messo a dura prova dalla perdurante crisi. Investire in cultura – aggiunge – significa, infatti, investire nella crescita economico-sociale e contribuire alla competitività del territorio facendo in modo finalmente che la Basilicata si doti di strumenti per uscire da quella anoressia culturale, tipica di chi ha smesso di pensare”.

Nel riferire che tra i primi atti all’esame della Quarta Commissione ci sono i disegni di legge della Giunta “Norme in materia di beni culturali” e “Norme in materia di spettacolo e di disciplina delle attività culturali”, l’esponente socialista evidenzia che “la novità sostanziale dei due ddl, sui quali si concentrerà l’attenzione della Commissione, è rappresentata dall’impostazione innovativa alle norme perché la cultura, in tutte le sue forme ed espressioni, diventi fattore di sviluppo e di occupazione. Si tenta di superare definitivamente l’ambito in cui la cultura è stata da sempre confinata e puntare su effetti e benefici diretti ed indiretti per l’economia e il lavoro specie di laureati e diplomati. Per fortuna è cambiato il quadro generale rispetto ai tempi dell’ex ministro Tremonti che ripeteva spesso che ‘con la cultura non si mangia’. Il rapporto elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere – afferma Vita – concede una bella rivincita al settore che frutta al Paese quasi il 5,4 per cento della ricchezza prodotta, equivalente a quasi 76 miliardi di euro, e dà lavoro a un milione e quattrocentomila persone, ovvero al 5,6 per cento del totale degli occupati del Paese. Superiore, ad esempio, al settore primario, oppure a quello della meccanica. E, allargando lo sguardo dalle imprese che producono cultura in senso stretto (industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico-artistico e architettonico, performing arts e arti visive) a tutta la ‘filiera della cultura’, ossia ai settori attivati dalla cultura, il valore aggiunto da essa prodotto schizza dal 5,6 al 15 per cento del totale dell’economia nazionale e impiega ben 4 milioni e mezzo di persone, equivalenti al 18,1 per cento degli occupati a livello nazionale. Sempre il rapporto prevede che entro la fine dell’anno saranno 32250 le assunzioni, dopo un quinquennio che ha visto il settore in espansione, con una media dello 0,8 per cento annuo, nonostante la crisi ed una crescita economica nazionale media dello 0,4 per cento. Tra il 2007 e il 2011, infatti, i posti di lavoro creati nell'industria culturale sono stati 55mila”.

“Spicca il risultato occupazionale – dice il capogruppo del Psi – molto negativo del Mezzogiorno, un dato particolarmente preoccupante se si pensa alla quantità di fondi strutturali europei messi a disposizione proprio per migliorare tali performance, e a quanto pare poco o male utilizzati”.
Secondo Vita, inoltre, “per fare i conti con la ristrettezza di risorse statali, anch’essa dovuta alla spending review montiana che procede a tagli indiscriminati, si può pensare ad agevolazioni fiscali per favorire, sostenere e valorizzare la cultura e il paesaggio, seguendo l’esempio di una legge di recente approvata dalla Regione Toscana al fine di incrementare gli investimenti privati finalizzati alla promozione ed organizzazione di attività culturali, con lo scopo di realizzare una rete pubblico-privata”.

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