Per il capogruppo consiliare socialista “la discussione sul riordino delle Province ha messo in secondo piano la riforma dell’ordinamento locale nel suo complesso”
“Il dibattito sul riordino delle Province, in verità in poche occasioni pacato e costruttivo e, invece, nella maggior parte delle prese di posizione, comunicati, commenti, di carattere strumentale, demagogico e localistico, ha messo in secondo piano la riforma dell’ordinamento locale nel suo complesso e rischia di farci perdere un’ennesima occasione”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Psi in Consiglio regionale, Rocco Vita, per il quale “oggi il pericolo è che invece di favorire la nascita di una nuova cultura autonomista, anche sotto la spinta della crisi economica più grave che il Paese ricordi, si faccia strada l'idea che le autonomie siano un danno e il centralismo la soluzione”.
“E’ viceversa giunto il momento – afferma Vita – di ripensare il modello di Regione e di governo locale del territorio, mostrando particolare attenzione al fatto che non sempre tagliare enti per risparmiare equivale ad un processo che favorisce lo sviluppo dei territori e amplia la democrazia e la partecipazione dei cittadini. Tra l’altro sfugge che il sistema delle autonomie, da noi con una o due Province, è fatto di municipalità e di comprensori con caratteristiche e vocazioni differenti tra loro. E’ anche questa la ragione- continua – che ha spinto il Psi a promuovere per domani venerdì 9 novembre prossimo a Rionero in Vulture un momento di approfondimento e riflessione sui fattori alla base del principio di autodeterminazione di un territorio, quello del Vulture-Alto Bradano, senza lasciare alcuno spazio al campanilismo”.
“E’ necessaria – dice Vita – una riforma degli assetti istituzionali della Regione che razionalizzi e semplifichi alcuni processi, individuando nei Comuni e nelle loro forme associative il perno di una nuova governance locale. Si deve accelerare perciò il processo di costituzione dell’Unione dei Comuni che per ora nella nostra regione registra esempi e casi limitati alla gestione di servizi anche intercomunali (tra tutti la polizia municipale, la gestione di impianti sportivi, la raccolta e lo smaltimento di rifiuti solidi urbani). Dobbiamo, inoltre, trovarci pronti ad affrontare e gestire tutti gli adempimenti che ci deriveranno a breve (all’inizio del nuovo anno) dalla normativa nazionale, non ultime le deleghe che passeranno ai Comuni. Tutte le vecchie Province verranno chiuse. Quelle che nasceranno saranno Province diverse e non solo per il sistema elettivo, ma per competenze e funzioni e proprio per questo le municipalità acquistano un ruolo di maggiore rilievo. E' dentro questo processo dinamico che deve nascere una nuova cultura autonomista che non si misuri più solo sull'asse autonomia-identità, ma si sposti significativamente su quello autonomia-razionalità-efficacia. La sfida per il bene comune che, come coalizione di nuovo centrosinistra che si candida a governare il Paese – conclude Vita – abbiamo lanciato consiste nell’individuazione di un efficiente equilibrio di poteri locali per ridefinire la credibilita' della politica e con essa un rafforzamento della democrazia”.