Il presidente della IV Ccp nel sottolineare che da parte delle istituzioni l’attenzione sulle politiche sociali non manca, auspica “una riforma della governance per costruire una rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale”
“I nuovi segnali che l’emergenza sociale è tra noi come a Civitanova Marche impongono alla politica di fare di più. Quello di cui ha bisogno la nostra gente, in attesa di misure, azioni, provvedimenti tutti di portata nazionale (Governo e Parlamento) riferiti a occupazione-stato sociale-previdenza, ecc., è un ‘agire sociale” per migliorare ed adeguare le politiche sociali regionali pur nella consapevolezza che negli ultimi quattro anni si è registrata una forte contrazione di fondi statali a favore delle Regioni per interventi di politiche sociali”. E’ quanto sostiene il presidente della Quarta Commissione (Politiche Sociali) Rocco Vita (Psi) che aggiunge: “nel 2012, a fronte di una cifra irrisoria pari a circa 500 mila euro proveniente dal Fondo nazionale, la Regione ha disposto l’impiego di 20 milioni di euro, mentre nel bilancio di previsione 2013 la ‘missione diritti sociali, politiche sociali e famiglia’ dispone di un capitolo di spesa di oltre 23 milioni di euro, a testimonianza che l’attenzione su questi temi non è venuta meno. Siamo perciò costretti a fare i conti con l’attuale momento storico e la grave situazione del Paese che condizionano pesantemente il sistema del welfare che registra, da una parte, un progressivo incremento della domanda di servizi e, dall’altra, una continua erosione di risorse economiche statali. Ed un ulteriore sforzo, voglio ribadirlo, lo abbiamo fatto con il rifinanziamento del Programma Copes a cui, però, va dato seguito con l’impegno di riformare complessivamente il Programma.<br /><br />“Ci sono pertanto le ‘basi” – afferma Vita – per consolidare il modello lucano di welfare, che ha elementi innovativi, ripartendo dall’attuazione del Piano sociale regionale che rappresenta lo strumento-programma che accompagna l’attuazione del nuovo ordinamento dei servizi e degli interventi socio-assistenziali nella regione, lo strumento di transizione verso il nuovo assetto organizzativo di sistema integrato di interventi e servizi sociali. Anche in questo campo si ripropone l’esigenza di riforma della governance per costruire una rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale e gli ambiti socio-territoriali aderenti ai distretti sanitari. Centrale è il concetto di integrazione dei servizi intesa come il perseguimento dell’unitarietà e continuità di risposta ai bisogni delle persone e delle famiglie per superare il diffuso senso di ‘vergogna’ dei ceti sociali più deboli a chiedere, che è stata una delle ‘molle’ dei suicidi di Civitanova Marche. Ciò perché all’interno del contesto italiano il valore delle relazioni sociale ha giocato sempre un ruolo importante. La famiglia, le amicizie, le reti informali hanno mantenuto saldo il loro posto nel nostro quotidiano, rimanendo sostegni fondamentali. Tuttavia in un momento di mutamenti economico e sociali così complesso come quello attuale, anche il ruolo delle relazioni sociali si è lentamente modificato, assumendo tratti poco uniformi nelle diverse parti del Paese, compreso il Sud. E come afferma il rapporto Bes 2013 (Benessere Equo e Sostenibile) sulle relazioni sociali, l’evidenza empirica dimostra che la fiducia negli altri ha un’importanza fondamentale nella vita economica, politica e sociale. Dove c’è fiducia – conclude Vita – c’è più cooperazione, coesione e meno comportamenti opportunistici”.<br />